Non è ancora estate, il litorale è sferzato dal vento, la sabbia si allontana dal mare invade le strade, avanza, non si ferma al semaforo rosso.
La città si è risvegliata in un anomala primavera, i colori sono forti di autunno e carichi di promesse mancate. L’acqua che desideravi arriverà copiosa e non potrai trattenerla. Intrepidi, coraggiosi, alcuni ragazzi sfidano le onde trascinati da quello stesso vento che tu temi e a loro gonfia le vele portandoli in alto, tavola ai piedi e non è solo l’ombra a staccarsi per fantasiose capriole nell’aria. Kite surf, mare e vento, libertà e velocità, fantasia e preparazione. Nell’esigua striscia d’acqua tra terra e frangiflutti spiccare il volo è sentirsi rinati.
Il deposito dei cereali del porto resiste alle intemperie come un soldato in trincea. Un sacchetto di plastica, solitario, attraversa il parco dei bambini e per uno strano caso del destino e delle leggi della fisica che tu ignori si insacca in un bidone della spazzatura, e non è un finale scontato, non per lui che sperava in un volo più elegante e in nuove mete da raggiungere.
Il tuo di viaggio inizia qui, quando repentinamente decidi di abbandonare l’auto toglierti le scarpe e affondare i piedi nella sabbia fredda, un po' come tornare all’infanzia quando il grigio era solo un colore da non considerare tra gli acquerelli da utilizzare in un disegno. Come un pennello sul foglio lascia la sua impronta colorata, così nell’aria i due ragazzi disegnano traiettorie inimmaginabili.
Non è ancora estate, in città. Il tuo è uno stato mentale.