Si può amare e odiare con la stessa intensità, si può condividere il suo pensiero e dissentire, ciò che non si può negare è la sua grandezza.
Pier Paolo Pasolini ha segnato il suo tempo, lo ha fatto da antologista, da saggista, da scrittore, da intellettuale. E da poeta?
“P.P.P. … ha costituito una fonte straordinariamente feconda d’ispirazione poetica. Sembra perfino che ‘la poesia per Pasolini’ sia divenuto nel tempo una specie di sottogenere poetico, di cimento o di sfida più o meno obbligante per poeti di generazioni anche molto diverse”, scrive nell’introduzione al libro Poesie Per Pasolini il curatore Roberto Galaverni. Nel volume edito da Mondadori per la collana Lo Specchio, Galaverni raccoglie i versi dedicati a Pier Paolo Pasolini da Alberto Albasino, Franco Arminio, Giorgio Bassani, Dario Bellezza, Paolo Bertolani, Attilio Bertolucci, Giorgio Caproni, Eduardo De Filippo, Ennio Flaiano, Alfonso Gatto, Vivian Lamarque, Mario Luzi, Alda Merini, Eugenio Montale, Elsa Morante, Alberto Moravia, Sandro Penna, Giovanni Raboni, Amelia Rosselli, Edoardo Sanguineti, Maria Luisa Spaziani ed altri.
“Pasolini da cinque anni è morto./ L’anno che lo conobbi ne aveva 30./ Subito mi sono accorto/ della sua età senza date/ di tutte le sue infinite giornate/ senza fiato e di continuo illuminate/ da tante luci diverse, / tolte o gettate/ intorno a lui”, scrive Paolo Volponi.
“Dicevi di voler ritornare al tuo paese. Ma quello/ non era il tuo paese. Così l’inganno/ di oggi ti rivelava quello di allora, o infelice./ Nulla ti fu mai vero. Non sei mai stato./ Tuoi versi stanno. Tu mostruoso gridi./ Così le memora dello squartato sul palco.”, nei versi di Franco Fortini.
“Morendo Pasolini ha avuto il torto/ di non parlar da morto./ O se avesse parlato avrebbe avuto/ giustizia per quel muto/ che di lui serba l’ultima parola/ forse d’aiuto./ In terra giacque la sua carne sola./ poesia di Alfonso Gatto.
Tra le più belle quella di Eduardo De Filippo, ma è un’altra storia, un’altra pagina da leggere nel buio dell’umana inconsistenza.