La sua è una eredità di pace e di allegria, l’ombra della malinconia resta tale, relegata nell’angolo buio di una parola inespressa.
Il suo è puro intuito, cogliere oltre le apparenze le reali dinamiche e restarne sempre stupito, meravigliato. I suoi versi sono piccoli doni per l’anima e il cuore.
“Imbizzarrite parole/ parole sesquipedali/ m’inseguono m’inseguono/ più corrono più corro/ precipito in un fosso/ oh erba soffice e muso./ Muse mie protettici/ vi ringrazio vi ringrazio”.
Ci ha lasciato le sue parole in eredità per le nostre giornate vuote, per le solitudini serali, per le notti in cui il sonno tarda ad arrivare. Con l’ultimo treno della sera è una piccola raccolta di poesie di Gianfranco Maretti Tregiardini, edito da Il Ponte del Sale, a cura di Marco Munaro con introduzione di Paolo Valesio, pubblicato postumo.
“So di un mare con la sabbia che suona,/ vuole forse risvegliare./ So di un mare con la sabbia che suona,/ vuole forse suggerire./ So di un mare con la sabbia che suona,/ vuole forse assecondare./ So di un mare con la sabbia che suona.” Gianfranco Maretti Tregiardini, sorride alla vita e agli uomini, regala gioia e felicità, svuota dai pesi inutili i pressanti fardelli e lo fa con dolcezza e delicatezza, come fiori in un prato accarezzati dal vento mattutino.
“Scambi parole con aria sulle righe/ tu cercato dalla poesia./ Dentro di te ridi e piangi, guardando./ Vuoi che sia impossibile il bene/ col quale sei nato per onore./ Scambi parole con aria sulle righe/ e mi fai da giudice severo”.
Il poeta di Felonica ci lascia parole leggere come nuvole in grado di aprire mente e cuore. ““Sporgiti, non cadrai se mi guardi”./ Era la luna”.