Il richiamo al quale non ci si può sottrarre è quel delicato profumo di cannella, chiodi di garofano e cacao. Lo senti nell’aria.
Tra gli odori della strada e della gente che passeggia, allegramente. Distrattamente cammina pensando a quanto siano lontani i giorni di festa nei quali ci si accalcava gli uni contro gli altri per raggiungere questo o quel posto e rivolgersi a un santo o a una madonna.
Lontani quei giorni ed in questo, mentre le sedie dei bar all’aperto di un piccolo centro storico di due piccole vie e niente intorno sono occupate dai cittadini rassegnati ad un secondo anno senza festa per onorare il santo, ecco quell’odore pervadere l’aria.
Il camioncino per la vendita è scarsamente decorato, tutti i prodotti sono imbustati e già pronti alla vendita. Come se si sapesse che non ci sarà alcuna folla, alcun assembramento. Un bambino gioisce guardando un sacchetto di mandorle pralinate. Eppure quell’odore si sente, profumo di mustaccioli.
Sì, cacao cannella chiodi di garofano anice forse, e come restare indifferenti quando sulla lingua acquolina è desiderio di mordere. Prima ancora di pensare senti la tua voce pronunciare “un chilo di mustaccioli, grazie!”. Neanche il tempo di riporre il portafoglio nello zaino, igienizzare le mani, che il sacchetto e già aperto e la glassa di superficie si rompe tra i denti lasciando scoprire più morbidi biscotti. È un piacere immenso.
Salentini, altamurani, campani, che importa? Qui ed ora perdersi in tanta morbidezza è tornare a stupirsi di ogni cosa, riappropriarsi di un cielo immenso da cui non cade acquerugiola. Limoni, arance, zucchero, farina, uova, cacao, spezie, latte, lievito. Ogni morso è gara per riconoscere un ingrediente. Ogni morso è tornare a sognare la festa di un tempo.