Un retrogusto amarognolo, di distese di terra, di alberi in fiore nel mese di marzo, di brezza marina, di tempi andati. Paste secche, divine.
Le osservi schermate dal vetro nei banconi della tua pasticceria di fiducia, hanno un potere attrattivo con le loro decorazioni, ciliegine rosse e verdi candite, chicchi di caffè, pinoli, scaglie di mandorle, gherigli di noce. Ti sorridono sornione, sanno che cederai, perché irresistibili. Dopo l’amore a prima vista, la conferma è l’assaggio. Un impasto morbido che lascia al palato il lieve contrasto tra il dolce dello zucchero e l’amaro delle mandorle.
In questa terra pugliese dove il mandorlo non era difficile incontrarlo tra le gravine e il mare, ora che sopravvive nella provincia barese, non più a Terlizzi dove un coltivatore lungimirante inventò una macchina per separare il mallo, le paste secche sono il dolce che riserva sorprese. Con la loro eleganza, fatta di onde disegnate dal vento, con le loro decorazioni allegre e spensierate, non possono sfuggire all’occhio del frequentatore casuale.
Zucchero, mandorle tritate, albumi d’uovo, limone e aroma di mandorle. Lieve cottura in forno caldo per 15 minuti. Gli ingredienti pochi, essenziali, per un dolce che conquista dopo aver sedotto. Regali, con la loro corona decorativa, preziose come rubini e smeraldi, le paste secche di mandorle, sono dolci per ogni ora. Con un caffè, con il tè, dopo pranzo o a colazione, cuore morbido da addentare.
Difficile resistere al gusto pugliese, al profumo di timidi fiori bianchi. Impossibili restare indifferenti dinanzi al loro sorriso.