Morbido dal cuore cremoso, una leggera crosta esterna e poi un’esplosione di soffice calda deliziosa bontà. Democratico, piace a tutti.
È il maritozzo di patate e caciocavallo, con capocollo di Martina Franca e fonduta di parmigiano. Un profumo inconfondibile da lasciare estasiati, come ad ogni boccone, irresistibile. Lui non fa niente per piacere, consapevole della sua straordinaria squisitezza aspetta nel piatto che tu ceda all’irrefrenabile voglia di assaggiarlo. In assenza di posate si potrebbe procedere a morsi, ma non sarebbe educato. Meglio attendere, usare una forchetta e con estrema cautela passare all’azione, rompere la crosta per poi raccogliere la quantità giusta per soddisfare le papille gustative e lasciarsi trasportare in un’esperienza sensoriale che solo il cibo può dare.
Condividere il maritozzo di patate è un segno d’amore, una rinuncia che è prova di affetto, è sperimentare comunità. Dopo il primo approccio diviene compagno fedele, improbabile scegliere altro. Lui aspetta paziente, nelle Officine clandestine, il tuo certo ritorno. Basta un cenno ed eccolo apparire in tutta la sua innata bellezza, pronto a renderti felice. Non serve altro, poi è tutta una questione di sguardi e parole taciute quanto inutili, prima dell’incontro perfetto. Poi è solo un perdersi in un susseguirsi di emozioni e sensazioni, un afflato di felicità.
Arrendersi alla sua cremosità è come abbandonare altri pensieri per cogliere il momento, gustarlo come un istante da conservare fino al successivo appuntamento.