Le dita affusolate sgusciano un uovo bianco, perfetto. Ci sparge sopra un po’ di sale e poi chiede “Gradisce un uovo?”.
L’indimenticabile scena di Angel Heart in cui Robert De Niro, Louis Cyphre inquieta più che affamare, un brivido freddo sale sulla schiena al primo morso dell’anima.
Esilarante come poche scene girate a tavola l’indimenticabile banchetto a base di cocktail di gamberi in Beetlejuice, il capolavoro di Tim Burton dove Harry Belafonte si reincarna in Catherine O’Hara per cantare e ballare la sua Day-O.
Solo la Disney poteva essere capace di farci amare un topo, Remy, che per giunta cucina e ci fa appassionare alle verdure, facendo scoprire a tutti la Ratatouille.
Era invece un tramezzino con prosciutto cotto e contorno di insalata russa “quello che ha preso la signorina”, Meg Ryan da Katz’s Delicatessen, la tavola calda di New York dove è stata girata l’indimenticabile scena di Harry ti presento Sally.
Spaghetti with meatballs, italiani solo nello scenario americano, per Lilli e il Vagabondo cullati sulle note di Dolce Sognar, sino ad un bacio all’ultimo spaghetto.
Avrebbe avuto “tutto quello che vuoi” Patrick “Patsy” Goldberg se avesse portato a Peggy una charlotte russa, il pasticcino inventato dallo chef francese Marie Antoine Carême allo corte dello zar Alessandro I. Ma la panna lo tenta più della promessa di Peggy e nell’attesa di vederla, lo assaggia, un po’ alla volta sino a finirlo. Resta così senza amore, Patsy in C’era una volta in America.
Irresistibili, tentatori oltre ogni umana sopportazione i dolci de La Fabbrica di cioccolato, in entrambe le versioni, l’originale con Gene Wilder e il rifacimento con Johnny Depp. Bastoncini di zucchero, orsetti di gomma, cioccolata a fiumi, biscotti e tutto ciò che una immaginazione visionaria riesce a ricreare.
L’estetica perfetta del cibo nelle mille sfumature pastello, petali di fiori e fuochi d’artificio per la torta di compleanno della regina Marie Antoinette del film di Sofia Coppola. Un tripudio di bellezza e opulenza.
Il cioccolato in tutte le sue sfaccettature per svelare l’anima di chi lo mangia in Chocolat. Vianne Rocher, Juliette Binoche impasta, taglia, sgrana, affetta, scioglie ogni possibile cioccolato per raggiungere il cuore dei suoi concittadini. E infine per chi non ama il cibo concettuale, per chi mette al primo posto il sapore e infondo, molto infondo l’arditezza, la stravaganza e la moda del momento, impossibile non ricordare Big Night di e con Stanley Tucci. Due fratelli italo-americani e il loro ristorante, una sequela di clienti americani che chiedono spaghetti come contorno e all’ennesima assurda aberrante richiesta, Tucci risponde “gli spaghetti a volte vengono da soli”.