Pane & Acqua

Che Napoli sarebbe senza la pizza

Che Napoli sarebbe senza la pizza

Ritrovarsi di sera, dopo una giornata trascorsa camminando tra le vie di una città sconosciuta visitando monasteri e catacombe, ad avere fame.

Nel quartiere Sanità la discesa aiuta i passi, mentre Totò faccione sul muro osserva il viavai di persone lungo i marciapiedi, stretti.

Seguire le indicazioni del navigatore, guardare i metri da percorrere diminuire sul display, e contare i numeri civici che ci separano dalla pizzeria indicata dagli amici napoletani. Ciro Oliva Concettina ai tre Santi, eccola finalmente. Varcare la porta ed essere accolti con squisita gentilezza e cordialità, il tempo di sedersi che già il menu è tra le nostre mani, scegliere non è difficile, tutto appare buonissimo. San Gennaro ecco la pizza che fa per noi, il salame nel cornicione e la provola affumicata con tarallo sbriciolato nel centro. Pochi minuti ed eccoci serviti. Dire bontà è dire cosa scontata, è qualcosa di irresistibile, impasto perfetto, cotto al punto giusto, profumo di basilico. Potremmo mangiare con le mani ma anche con forchetta e coltello la pizza San Gennaro non delude le aspettative. Il salame resta sulle papille gustative come promessa di eternità. Un piacere mangiare qui, in sottofondo Pino Daniele e il vociare dei clienti mentre il tuo sguardo è rapito dallo spettacolo nel tuo piatto.

L’ultimo boccone è espressione di soddisfazione, ci si sente appagati mentre il personale sorride per aver adempiuto ancora una volta alla missione di regalare il piacere di gustare una pizza. Potremmo tornare, ci diciamo uscendo. La prossima volta che torneremo a Napoli ripasseremo da qui. San Gennaro ci è testimone.

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