Le linee si allungano, gli arti si plasmano, gli angoli perdono le asperità. Tutto è un lungo fluire nell’arte di Henry Moore.
Henry Spencer Moore nasce alla fine dell’Ottocento per meglio guardare il secolo nascente. Osserva, studia, rielabora.
“L’osservazione della natura è decisiva nella vita dell’artista. Grazie a essa anche lo scultore arricchisce la propria conoscenza della forma, trova nutrimento per la propria ispirazione e mantiene la freschezza di visione, evitando di cristallizzarsi nella ripetizione di formule” scrisse lui stesso.
Figlio di un minatore cresce tra pietre e carbone e con la mente plasma quelle forme quando era ancora un bambino. Studia arte e diventa da subito scultore. Il disegno è il tramite “Lo scopo principale dei miei disegni è di aiutarmi a scolpire. Il disegno è infatti un mezzo per generare idee per la scultura, per estrarre da sé l’idea iniziale, per organizzare le idee e per provare a svilupparle…Mi servo del disegno anche come metodo di studio e osservazione della natura (studi di nudo, di conchiglie, di ossi e altro). Mi accade anche, a volte, di disegnare per il puro piacere di farlo”.
Studia la scultura primitivista, quella africana, le avanguardie storiche, ma anche la grande arte italiana. Poi rielabora tutto con i suoi occhi e plasma le figure con le sue mani.
Nel 1968 riceverà un regalo che definirà meglio la sua arte. L’amico e fondatore del Wwf, sir Julian Huxley gli dona il teschio di un pachiderma. Ne rimane folgorato. Le linee, le cavità, il modo in cui curva contribuisce alla forma complessiva. Partendo da quel teschio realizzerà 21 acqueforti The elephant skull.
Non si ferma però alle ossa, che pure per lui hanno una “meravigliosa forza strutturale” e un “alto grado di tensione”. Si guarda intorno, aveva partecipato alle due guerre mondiali immortalando i rifugiati nei tunnel della metropolitana di Londra nei suoi Shelter Drawings. Amplia il suo sguardo. La natura lo cattura. I paesaggi, le rocce, gli alberi, gli animali, i monoliti.
E poi le sue mani.
L’arte per Moore non è evasione dalla realtà. E’ un’esplorazione nei meandri di ogni realtà possibile per coglierne il significato. “L’arte non è un sedativo o una droga, né un semplice esercizio di buon gusto, e neppure un abbellimento della realtà con piacevoli combinazioni di forme e di colori; è invece una espressione del significato della vita e un’esortazione a impegnarvisi con sforzi ancora maggiori”, scrisse l’artista.
L’arte di Henry Moore con i suoi disegni, le grafiche e le sculture sono in mostra al Museo del Novecento di Firenze.
Henry Moore. Il disegno dello scultore, frutto di due anni di lavoro, curata da Sebastiano Barassi, Head of Henry Moore Collections and Exhibitions e Sergio Risaliti, direttore artistico del museo, organizzata in collaborazione con la Henry Moore Foundation sarà visitabile fino al 18 luglio 2021.
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