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Le formule dell’amore

Le formule dell’amore

Ripassare dalle parti del cuore ricordando passo dopo passo ogni evento ed emozione.

Ma l’amore è liquido, scorre nelle pieghe, come imbrigliarlo, dargli forma e limiti? È un gioco che tende all’assurdo, ma pur sempre un gioco. A tratti serio come quello di Donn Byrne, psicologo sociale della State University of New York di Albany che ha scritto un’equazione per capire se davvero siamo innamorati.

1,7 xA + 1,5 x B + 1,5 xC + 1,5 xD + 1,3 x E = Y

Dove A è l’attrazione per il partner, B il piacere mentale in sua compagnia, C il desiderio di intimità, D il bisogno di essere accettati.  Per ognuno di questi parametri andrebbe dato un valore da uno a dieci. Y è il numero che ci dice cosa proviamo.

Se ripetiamo l’operazione pensando al nostro migliore amico o amica, il risultato dovrebbe essere inferiore almeno di quindici punti, altrimenti per Byrne non è amore.

Cosa innesca la crisi, qual è il punto di rottura tra due persone che si amano e senza accorgersene, smettono di amarsi, c’è un modo per individuare il momento e correre ai ripari?  John Gottman, professore emerito di Psicologia alla University of Washington ha scritto la formula per comprendere se una coppia è destinata a durare o a soccombere. S/G>5 e 100 - N> 90. Le manifestazioni di affetto, coccole, sguardi di intesa, carezze devono essere 5 volte superiori al risentimento, quindi grida, insulti, critiche, commenti negativi e ancora su 100 commenti rivolti al partner quelli negativi devono essere meno di dieci, altrimenti l’incanto si rompe e l’amore vola via.

La senti amore questa onda che viene e va, cantava Carboni, quel moto ondoso che ci sommerge e poi lascia soli, per tornare e riandare via e noi lì immobili senza sapere come trattenerlo. Sergio Rinaldi, docente di Teoria dei sistemi al Politecnico di Milano riadattando le equazioni differenziali del moto dei pianeti ha scritto la formula della fine di un amore A(t) = A(t-1)-D+R+F.

Vuol dire che l’amore (A) che si prova per il partner in un dato giorno (t) è uguale all’amore del giorno prima (t-1) diminuito dalla dimenticanza (D), cioè la tendenza che abbiamo tutti a fare spazio mentale per noi stessi, più il rinforzo (R) dato dall’amore del partner nei nostri confronti, più il fascino (F) che il partner ha su di noi.

Resta poco al caso, tutto è calcolato, con buona pace di chi pensa che l’amore sia l’infinito della nostra anima.

 

...c'è anche Dirac, certo, ma ne abbiamo già parlato qui.

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