C’è sempre un tentativo di togliere il superfluo nelle sue foto, lasciando l’essenziale in vista. Getta via facili distrazioni.
Lascia lì impressa sulla pellicola solo la storia che vuole raccontare. Fatta di donne e uomini, di terra e animali e dell’armonia che li unisce.
Le foto di Roselena Ramistella sono così, scavate sino al centro della terra. Sino alla verità autentica di un mondo che lavora, che fatica, che soffre, che si stanca, che si rigenera.
I campi sconfinati, la desolazione di una terra arida, il caldo che non concede conforto.
Le sue foto incorniciano il porto vecchio di Monopoli, in un rimando tra terra e mare dove ciò che si salva da quel suo continuo lavorare per sottrazione è il viso di una donna che lavora la terra, i solchi intorno agli occhi provati dalla abbagliante luce di Puglia, le caviglie gonfie, la pelle arsa di sole e di terra. Resta l’eleganza e la purezza di un cavallo, la lingua di un vitello pronta a leccare la piccola mano che sta per accarezzarlo, una ragazzina bruna dal volto che racconta tutta la storia che è stata e che sarà, mentre abbraccia il suo piccolo coniglio bianco, al riparo, nel caldo del suo collo.
Immagini di Puglia scattate in questa estate prossima alla fine ma che resteranno in mostra sino al primo novembre insieme a tutte le altre scelte per questa edizione del Phest, il festival internazionale di fotografia e arte di Monopoli.
Dopo l’incredibile reportage sui pescatori del peschereccio Accursio di Mazara del Vallo, dopo la serie Deepland alla ricerca dei mulattieri di Sicilia, dopo Rochì e quella foto senza tempo, una calda rarefatta aria arancione ammantata di mistero e lui, Rochì il cavallo bianco in un campo verde scuro, dopo essere stato salvato dalla macellazione, che svetta fiero della sua nuova missione, aiutare i bambini disabili. Con “Ground control” Ramistella torna a raccontarci le storie che ama.
Roselena Ramistella scava sempre più in profondità fuori e poi dentro di noi. Le sue immagini sono ovunque L’Uomo Vogue, The Guardian, BBC, The Times, British Journal of Photography, Vanity Fair. La sua ricerca di un’ armonia perfetta con la natura, di un tempo lento che si riprende i suoi spazi, l’assenza di ogni forma di compiacimento e di lusinga rendono il suo lavoro vero come pochi.
E nel sovraccarico di immagini e informazioni che i nostri occhi subiscono ogni giorno, in questa sovrabbondanza inutile che ci circonda, per una volta mi restano nella mente solo le immagini spoglie e pure di occhi e mani rese eterne da Roselena Ramistella.