Disegna china sul foglio e riversa pensieri ed emozioni che non traspaiono dal suo viso. Quasi sempre donne, a volte in bianco e nero
altre a colori. Non cerca l’armonia o l’equilibrio in ciò che disegna, crea in dissonanza. Accosta il verde e il rosso al bianco e nero. Ritrae se stessa, sempre con un rossetto rosso sulle labbra. Tutte le sue illustrazioni si guardano e si leggono e si sentono, come ognuno crede. Come ognuno cattura una delle mille sfumature che traspaiono. Guardo i suoi disegni e mi soffermo su una donna dai lunghi capelli fluttuanti come onde, azzurri come il mare e un cerchio rosso, sole che tramonta sul suo orizzonte e tanti piccoli frammenti di sé, del medesimo azzurro e rosso che ritornano a quel sole che tramonta sul suo mare. Nei ritratti di Carla Indipendente il fulcro sono sempre gli occhi. Li cerchi e ci senti la tristezza, la ricerca di aiuto, il senso di abbandono. A volte sono sostituiti da cuori o da stelle, altre sono chiusi, altre ancora sono totalmente assenti. Chissà forse come Modigliani “disegnerò i tuoi occhi quando conoscerò la tua anima”, Carla cerca qualcosa di più profondo e intimo nei tratti di un volto. E quella ricerca è visibile in tutto ciò che disegna. Forse qualcosa di straordinario che dia ai volti una espressione differente.
1 Hai sempre saputo che saresti diventata una illustratrice?
No, è stato un percorso in divenire, sono partita dal disegno, passando per la sperimentazione pittorica, fino a trovare il mio linguaggio nell’illustrazione.
2 Quanto le tue opere sono influenzate dalla realtà?
Per metà, sì, cerco di attingere dalla realtà dalla quale sono inevitabilmente influenzata e dalle esperienze che vivo, ma, allo stesso tempo, rifuggo per rifugiarmi nell’immaginazione, nell’ideale, come a cercare una sorta di protezione. E tutto ciò lo riverso nelle mie illustrazioni.
3 Il tuo stile è riconoscibile, come ci sei arrivata?
Ci sono arrivata inconsapevolmente, attraverso un costante e quotidiano esercizio, cercando di tirare fuori la mia nuda personalità, credo che in questa maniera l’espressione del sé emerga spontaneamente.
4 In ogni opera l’artista parla di se, qual è invece il tuo lato nascosto?
Il mio lato nascosto è quello che ancora non ho avuto il coraggio di raccontare per autocensura e perché troppo difficile e doloroso da tirare fuori. Il mio lato nascosto è anche quello che devo ancora scoprire.
5 Hai mai lasciato una illustrazione a metà?
Sì, quando mi rendo conto che quello che sto disegnando non mi diverte, lascio perdere.
Si, quando non è “al vertice di un vortice delle mie tante vite vissute, dei miei molteplici me”, Carla lascia andare.