Fuecu, il crepitare delle fiamme, la passione che anima, fuoco brano strumentale, fuoco che avanza dal palco all’ultimo spettatore è ritmo,
è trance, è vorrei non finisse questa notte. Gli occhi al cielo si vedono le stelle mentre la notte cala su calinicta buonanotte, buonanotte suona l’Orchestra Popolare de La Notte della Taranta per dire a tutti arrivederci alla prossima notte. C’è un suono nuovo, tra gli strumenti e gli arrangiamenti studiato in questi anni, c’è coralità, tradizione e cesellamento, note aggiunte e battute sottratte, è un vorticoso viaggio di pizzica in pizzica, il pubblico balla e le assi del palco sobbalzano al ritmo del tamburello. Sì dovrebbe chiudersi così, Calinicta, buonanotte, la prima tappa del festival che ha visto esibirsi i Cantori di Francavilla e Jazzabanna sulla terrazza del castello, lì dove come di consueto si è tenuta la conferenza stampa del festival. C’è chi indica strade, chi è tutto merito mio, chi ascolta e vorrebbe allontanarsi che la cultura popolare è anche capire il senso delle canzoni. Ma di questi tempi risulterebbe fuori luogo alzarsi e andare via, come un concerto che non prende il via perché non si sentono le voci, accade anche questo in questo tre agosto dove una leggera tramontana solleva le gonne delle coraggiose ballerine impegnate a inscenare una pizzica sulla terrazza del fossato del castello. Corpo di ballo mai stanco neanche all’ultima nota, dopo i laboratori, lo spettacolo e il concerto, loro Cristina Frassanito, Serena Pellegrino, Lucia Scarabino, Stefano Campagna, Marco Martano, Fabrizio Nigro, ballano fino alla fine ad interpretare coreografie che nascono dal cuore. Ronde spontanee del pubblico numeroso nella piazza troppo piccola per la folla e l’orchestra che sciorina, brani, tanti, di pizzica in pizzica in un crescendo che è ritmo di terra e di cielo. Prima ad aprire i concerti Ragnatela, Argalio, troppo ordinati per far correre quel brivido lungo la schiena. E non c’è San Paolo e San Vito che tengano questo festante battere di mani e di passi veloci dei piedi sulle assi del palco come sull’asfalto nero della piazza. Nero come la notte che avanza. Spente le luci del palco, buonanotte, calinicta. E no non è tempo di dormire. Il pubblico lo sa. Un bis. L’orchestra Popolare La Notte della Taranta, Antonio Amato, Consuelo Alfieri, Giuseppe Astore, Nico Berardi, Mario Esposito, Alessandra Caiulo, Roberto Chiga, Leonardo Cordella, Salvatore Galeanda, Roberto Gemma, Giuseppe Grassi, Antonio Marra, Alessandro Monteduro, Attilio Turrisi e Daniele Durante (direttore artistico del Concertone e autore di Fuecu) suona mix di pizzica di Cordella, Pizzica di Stìfani e “ballati tutti quanti, ballati forte, ca la Taranta è viva e nu è morta”.
Altra tappa ancora Festival Itinerante de La Notte della Taranta.