La natura si riappropria dei suoi spazi, quelli sottratti dall’uomo per creare parchi gioco per bambini ormai cresciuti, lontani, distanti.
Forgotten Playground è una serie di fotografie, di immagini eteree di parchi abbandonati del fotografo spagnolo Guillem Vidal. Uno sguardo malinconico, su ciò che è stato e ciò che si è perso, come la gioia di scivolare con altri bambini, di segnare un goal in una partitella tra amici, di fare canestro e tre punti. Tra la boscaglia, nei paesaggi innevati, tra le erbacce, resti di materiali un tempo nuovi e lucenti, simboli di una perduta spensieratezza, rimasti abbandonati alle intemperie, alla solitudine, alle dimenticanze.
“Queste fotografie sono uno sguardo ad un microcosmo passato; un periodo che ricorda l’infanzia”, rivela Vidal in un’intervista, “questi spazi, un tempo vivi ma ora dimenticati, sono oggi invasi dalla natura nella loro lenta trasformazione in rovine”. Gli oggetti sembrano appartenere ad un passato recente, ad un consumismo estremo in cui tutto è acquistabile per poi essere abbandonato, ma è anche la perdita di un luogo dell’infanzia in cui siamo stati felici e che non ci appartiene più perché cresciuti, diventati adulti.
La natura ingloba le rovine, le avvolge, le rende misteriose e le fotografie di Vidal ci restituiscono la visione di un mondo lontano, nelle memoria, un mondo di cui si faceva parte con spensieratezza. I giochi consumati dal tempo ci riportano indietro nel tempo ma ci invitano ad osservare il presente e a non essere spettatori ai margini della vita. Le opere di Guillem Vidal ci mostrano in maniera evidente l’assenza del gioco, tutto appare avvolto nel silenzio, ed in questo silenzio dovremmo riascoltare i suoni e la gioia del giocare con gli altri.
Le fotografie di Guillem Vidal sono esposte al PhEST di Monopoli fino al 3 novembre.