Nelle sale del castello, sullo sfondo blu dell’allestimento, il rosso di un quadro di sette secoli conserva immutata la sua potenza espressiva.
Rosso, vivo, intenso, inequivocabilmente rosso, come non se ne formulano più, nonostante la chimica.
Sette secoli d’arte italiana, settecento anni, evoluzione per giungere ad oggi. Dalla rappresentazione plastica, dalla cura del particolare all’arte contemporanea, un percorso voluto cercato, da Giotto a Pino Pascali, da Perugino a De Nittis.
Italia, Puglia, mostra pensata per i capi di stato del G7 che si apre al pubblico coinvolgendolo nella scoperta di alcuni degli artisti italiani che hanno lasciato dipinti che ancora oggi riportano lo sguardo e l’intelligenza, la visione e la saggezza, di chi li ha realizzati. San Gabriele arcangelo, giglio bianco in mano, di Pietro Vannacci detto il Perugino, La Vergine delle rocce di Leonardo con mani e indici da interpretare seguendone le indicazioni, e poi i Due pugilatori, Creugante e Damosseno, di Antonio Canova e Venezia nella visione di Canaletto. Raffaello e Tiziano, Artemisia Gentileschi e Guido Reni, Burri e Boldini, Depero e Fattori. Cinquanta opere per raccontare 7 secoli di arte italiana, nelle sale del Castello Svevo di Mesagne. Un viaggio nei colori, nelle trame, nelle scene, nel tempo, nei volti, nei paesaggi, nelle pennellate degli artisti, leggendo le loro opere con meraviglia e ammirazione, riscoprendo dettagli, particolari, immergendosi in una realtà capace di emozionare, di suscitare nuovi sentimenti.
La mostra chiuderà il 30 novembre, le opere torneranno nelle collezioni, pubbliche e private, dalle quali provengono. Eppure il rosso intenso, il rosso rosso, sarà difficile dimenticarlo. Rosso.