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Visioni spettrali, ricordi di te

Visioni spettrali, ricordi di te

Lungo la strada che porta al mare gli ulivi secchi regalano visioni spettrali come nei racconti di altri tempi, nelle calde giornate di lavoro.

Visioni dettate dalla fatica e dalla sete e nella canicola tra le campagne deserte apparivano fantasmi, impressioni e ricordi. Il potere della mente, mentire di una realtà difficile, quando nella solitudine le paure si gonfiano e si trasformano in terrore per avere la forza di sopravvivere alla stanchezza e fuggire correndo verso casa. Salvezza, riposo, ombra da guadagnare per non cadere, non cedere, mentre il cielo è di un azzurro troppo forte per poterlo guardare. Un geco aspetta all’ombra di un gelsomino che la  calce bianca delle case riscaldata dal sole si raffreddi al tramonto per poi uscire a caccia di insetti. Le storie estive si arricchivano di nuovi particolari di preziosi dettagli nei racconti invernali, quelli accanto al fuoco acceso per riscaldare nel freddo gelido delle stanze piene di spifferi. I fantasmi prendevano le sembianze di persone note passate a miglior vita, pronte a dare consigli o rimproveri ma non numeri con cui sbancare il lotto. E tornano i versi di Vittorio Bodini come parole nuove.

Tornano ricordi nelle notti insonni e lungo la strada che porta al mare gli ulivi secchi nella notte di giugno regalano visioni spettrali, le stelle come fuochi, e risuona una canzone “Questa è la casa, questa la via, ma non vedo arrivare Ninella mia. Ma quanto è triste e misero l’aspettare massimamente quando aspetti amore, ogni ombra che vedo lei mi pare…”.

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