Non è un mattino di vetro ma pomeriggio in una giornata che ha promesso pioggia e riserva nuvole in cui perdersi con l’immaginazione.
Fluttuano leggere, attraversano cieli lasciandosi colorare dai raggi del sole che scompare lentamente allo sguardo. Strati, isole, pensieri che si elevano sull’immensità regalando ombre nuove alla superficie del mare che si incupisce e perde brillantezza e l’azzurro ha toni tristi come presagi di tempeste. La barca a vela non teme i disegni nel cielo, lascia il porto destinazione viaggio, meta ignota per un po', finché si può prima di un nuovo approdo. Il gabbiano solitario osserva il mare nel suo volo circolare, ha individuato una preda, un attimo, un tuffo, bersaglio mancato, viva la libertà.
Piccole nuvole come vapore di locomotiva, il treno dei desideri corre veloce, non ha bisogno di binari, i vagoni carichi di doni, non è ancora Natale. Le stazioni ipotetiche porte da attraversare, mentre i bambini si sbracciano in gioiosi saluti con la mano. Una pecorella smarrita aspetta il maremmano che arrivi per riportarla nel gregge.
Nuvole come versi, poesie che si perdono oltre la linea d’orizzonte dove un fulmine scarica la sua energia e il lampo è solo uno squarcio di luce nel cielo plumbeo. Non è primavera ma autunno, anche una foglia cerca un tappeto su cui planare, leggera come soffio. L’arancione copre i grigi con tenerezza, spiraglio di speranza per una notte serena, non si vedranno ancora le stelle, eppure tutto è una promessa soave di felicità. Condivisa.