Madri e figli, corpi, quotidianità, l’obiettivo inquadra, poi lo scatto, istantanee come opere d’arte nelle quali raccontare legami, momenti.
Sette anni, dal 2016, nei quali Lisa Sorgini indaga su una delle esperienze umane più profonde, la maternità. Dalla nascita del suo primo figlio, la fotografa australiana tenta di rappresentare realisticamente tutti i sentimenti e i cambiamenti che una gravidanza comporta. Mother è una indagine approfondita sul ruolo della madre, sulle rappresentazioni culturali, sui sensi di colpa, sugli affetti familiari, è un approfondire il divario tra il senso comune e la percezione personale.
Il suo lavoro non si è fermato con la pandemia del Covid, tra i protagonisti dei suoi quadri e la sua macchina fotografica ha solo inserito il vetro, quello di una finestra, di una porta, barriera trasparente sull’intimità della quotidianità. Un vetro che isola nella fase delle restrizioni per il Covid, come solitaria è l’esperienza di sentire una vita crescere dentro sé, porsi domande, dubitare, ascoltare, recepire il cambiamento. Madri e figli, corpi che cambiano, gesti affettuosi, necessari, sereni. È un viaggio nella conoscenza di un rapporto indissolubile, nei timori e nelle ansie, nelle gioie e nelle felicità. È un racconto di una trasformazione emotiva, lo si vede negli sguardi, nelle mani, nei corpi. Le fotografie di Lisa Sorgini, sono quadri che parlano, illuminano, restituiscono luce al buio dell’esistenza, natura e presenza umana si fondono in un unico respiro.
Mother è una delle mostre ospitate al PhEST di Monopoli.