Dante e Descartes, il sommo poeta e il filosofo moderno camminano a braccetto entrando in una piccola libreria napoletana.
Tracciano il profilo di questa piccola libreria a due passi dal monastero di Santa Chiara. La prima sede gestita da Raimondo Di Maio e la seconda dal figlio Giancarlo che abbiamo incontrato.
Io sono la seconda generazione di librai, perché Dante & Descartes la fonda mia padre nel 1984, io poi ho aperto questa in piazza Del Gesù Nuovo in pieno centro storico undici anni fa. Avevo all’epoca 23 anni.
Aprendo la sua libreria ha voluto seguire le orme di suo padre?
In realtà ho seguito una passione, quella per la letteratura. In famiglia non gradivano molto il mio interesse per i libri, all’inizio ero inconsapevole di tutto ciò che comportava.
Dante & Descartes non è solo libreria ma anche casa editrice. Unica in Italia ad aver pubblicato un libro della poetessa Louise Gluck, Averno, l’anno prima che vincesse il Nobel per la letteratura.
La casa editrice è nata insieme alla libreria, quattro anni dopo, io penso che a un libraio venga naturale a un certo punto produrre i libri che vende. Il primo libro pubblicato nel 1988 fu di Dora Marra, segretaria di Benedetto Croce, dal titolo Croce bibliofilo, che raccontava la passione del pensatore e filosofo italiano per i libri.
É divertente avere il controllo di ciò che vuoi avere su questi banchi, devo dire che è una tradizione qui a Napoli affiancare alla libreria una casa editrice.
I libri sono frammenti di altre vite, alcuni entrano nella nostra vita, altri li guardiamo scorrere. Ne può indicare qualcuno che è diventato parte di sé?
Per mille motivi il primo libro a cui penso è il libro di uno scrittore praghese, Bohumil Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa, lo leggevo mentre aprivo la libreria e ci sono legatissimo. Non apro mai senza averne almeno una copia. É ambientato nei locali del macero della carta di Praga che inizia così ‘Da 35 anni lavoro alla carta vecchia ed è la mia lovestory’ è un libro bellissimo che ha incontrato moltissimi lettori.
L’altro giorno mi sono svegliato e ho pensato ‘e se il libro va fuori calaogo?’ É una specie di ossessione e se fa fuori catalogo me lo stampo io, anche clandestinamente, un po’ come ha fatto lui con i suoi libri
Poi Il mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese, frammenti di Napoli e del suo centro antico, non fu capito allora e viene compreso meglio adesso. All’epoca fu preso come un libro contro Napoli perché lei ad un certo punto fa un dipinto degli scrittori napoletani non particolarmente edificante. Oggi noi lo facciamo diventare un libro per Napoli, un biglietto d’ingresso, dopotutto siamo alle porte di dove inizia tutto.
Per mille versi, a me piace sempre riscoprire vecchi autori che non hanno avuto grossa fama, quindi come terzo libro direi Rapsodie gitane di Blaise Cendrars che è un libro spaziale, pubblicato in Italia da Adelphi, racconta la vita di questo grande scrittore purtroppo sconosciuto, svizzero naturalizzato francese che stette dietro a tutte le grandi avanguardie che arrivarono a Parigi, Modigliani, Chagal al quale consigliava i titoli dei quadri, quattro rapsodie che raccontano la sua incredibile e avventurosa vita.
Nessun libro contemporaneo?
Sono più incline ai classici, spesso mi adagio su queste riscoperte.