Lungo come mai in questo anno, lungo come mai, il tempo del giorno sospeso , la notte che tarda ad arrivare, è solstizio d’estate, 21 giugno.
Inizia la stagione lieve, quella delle giornate al mare o in montagna e le serate a guardare le stelle oppure a cercare lucciole nel bosco. Seduti ad attendere un tramonto che si fa aspettare, nel paesaggio lunare eppure terrestre, sospesi nel tempo di un giorno. “Come sarebbe vivere in un mondo in cui sia sempre giugno”, tra i campi di grano che attendono mietitura, mentre bambini finita la scuola si riversano in spiaggia accompagnati dai nonni. I genitori lavorano ancora, nelle città accaldate.
Estate, meriggiare pallido e assorto, “osservare tra frondi il palpitare/lontano di scaglie di mare/mentre si levano tremuli scricchi/di cicale dai calvi picchi”.
Notte di magia quella che verrà, e il sole immobile, nel punto più alto, come se non ci fosse ombra, mentre tutto scorre, ancora, giorno dopo giorno, susseguirsi di stagioni, sul mare ancora scie di barche ignote.
“Oh estate/abbondante,/carro/di mele/mature,/bocca/di fragola/in mezzo al verde,/labbra/di susina selvatica,/strade/di morbida polvere/sopra/la polvere,/mezzogiorno,/tamburo/di rame rosso,/e a sera/riposa/il fuoco,/la brezza/fa ballare/il trifoglio, entra/nell’officina deserta;/sale/una stella/fresca/verso il cielo/cupo,/crepita/senza bruciare/la notte/dell’estate”.
Estate, nel giorno più lungo, il soffio del vento è un canto leggero di terre lontane, sospinge vele al largo. Nel paesaggio lunare, il riflesso tra le pozze d’acqua è un cielo tutto da scoprire.