Eppur mi son scordato di te, come ho fatto non so. Cantava libero e senza troppi sensi di colpa Battisti sulle parole profetiche di Mogol.
Viaggiano nel tempo e nello spazio, sull’onda di una presunta distrazione, che non si dica mai sia malafede. Di donne dimenticate è piena la storia che ancora relega il sesso femminile in una incapace alterità scientifica con gli uomini.
Una ragione vera non c'è lei era bella però. Che siano belle mai brave, mai degne di un tale privilegio. Un dono piovuto per caso.
Mi son scordato di te, Jocelyn Bell Burnell, tu che di dimenticabile non avevi niente. Astrofisica, laurea a Cambridge, appena dottoranda scoprì le pulsar studiando i quasar. Ascoltava il rumore di fondo del cielo e un suono regolare catturò il suo udito. Era una stella di neutroni, una sorta di scia dei resti di immense stelle. Elaborò dati per l’equivalente di tre miglia di carta. Una scoperta immensa che fu premiata con il Nobel per la Fisica, ma non a lei, a Anthony Hewish il suo supervisore. Lasciando lei con un pugno di stelle in mano.
Ma che disperazione nasce da una distrazione, era un gioco non era un fuoco. Tecnicamente era molto più di un fuoco, era ed è tutt’oggi la potenza più grande che l’uomo sia mai stato in grado di creare. Peccato che tra tanti uomini c’era una donna, Chien-Shiung Wu nel Progetto Manhattan nato per compiere studi sulla bomba atomica c’era lei, una fisica sperimentale. Una delle migliori. Tanto brava da essere dimenticata, ma ovviamente utilizzata da due colleghi fisici teorici, Tsung-Dao Lee e Chen Ning Yang per confutare negli anni Cinquanta la legge della parità. Lei indicò loro la via, illuminò i sentieri bui, fece chiarezza là dove loro vedevano solo un groviglio inestricabile. Ma chi, alla fine di tante ricerche fu insignito con il Nobel? Naturalmente i suoi due colleghi maschi. Lei, invisibile perché donna e per di più asiatica.
Come ho fatto non so a far finta che non siano stati gli studi di Lise Meitner a permettere di scoprire la fissione nucleare, a provare che il nucleo dell’atomo può dividersi in due. La fisica viennese si trasferì a Berlino per lavorare con Otto Hahn, ma lei era ebrea, cosa che le costò la fuga in Svezia ed era donna, evidentemente un crimine peggiore visto che il suo collega chimico Hahn si prese il merito delle sue scoperte e anche se lui non riuscì mai a dimostrarle, cosa che non fece sorgere il dubbio in nessuno, vinse un Nobel. Dimenticandosi di co-firmare con Lisa Meitner le scoperte. C’è chi dice perché l’accademia svedese mai avrebbe premiato una donna, attribuendo ad un passo indietro di lei il mancato riconoscimento. Peccato che anche in questa occasione, i piedi del suo collega siano stati ben saldi per terra, pronti ad accreditarsi un merito non completamente suo.
E infine, stanche di tante dimenticanze ricordiamo Rosalind Franklin, fu la prima nel 1920 a scattare una foto ai raggi X del dna. La foto 51 del suo studio fu trafugata dai suoi colleghi, James Watson, Francis Crick e John Randall che la utilizzarono per dedurre la struttura del dna. Pubblicarono gli esiti, lo fece anche lei con un lavoro più ricco e completo, ma anche in questo caso il Nobel andò ai suoi colleghi. La motivazione? Lei nel frattempo era morta e non si assegnano Nobel postumi, così con un colpo di spugna è stata dimenticata, senza neanche una menzione.
Nell’aria la sentite risuonare? Eppur mi sono scordato di te, come ho fatto non so.