Visioni d'insieme

Claudia Lanteri, il respiro dei libri

Claudia Lanteri, il respiro dei libri

Il tempo sospeso del lockdown è stato l’inizio di una nuova vita. Da impiegata nel marketing e nella comunicazione a scrittrice.

Claudia Lanteri torna in Sicilia, a Palermo e diventa libraria, cercando di avvicinarsi al suo sogno, fare di mestiere la lettrice. I libri li legge, li fa decantare, li divora e poi, inizia a scrivere. Le parole arrivano, una dietro l’altra, come in attesa di essere rivelate. Quando mette il punto finale ha completato il suo libro d’esordio L’isola e il tempo, edito da Einaudi. Da lì inizia a girare l’Italia presentandolo, noi l’abbiamo intercettata e abbiamo parlato con lei.

 

Un indefinito lasso di tempo sospeso, la pandemia, ti ha consentito di soffermarti e scrivere il tuo primo libro. Ci racconti com’è andata?

Ho fatto studi umanistici, poi trasformato una vecchia passione, il disegno grafico, e quello a lungo è diventato il mio lavoro: ho fatto per molti anni la web designer, all’estero, e poi la responsabile della comunicazione per varie aziende, rientrando in Italia. Il lockdown ha cambiato tutto: sono andata in cassintegrazione, ma ho deciso di vivere questa esperienza assecondando il mio bisogno di scrivere e stare in mezzo alle storie, a lungo inascoltato per molte ragioni. Per me è stata l’occasione di un reset: fino a quel momento, un’enorme ricchezza comunicativa era restata compressa o aveva trovato sfogo nei contesti sbagliati, con esiti frustranti; quando ho potuto tradurla in parole, ho sentito che in me tutti i pezzi trovavano il loro posto. Ho letto e scritto tantissimo, è venuto fuori L’isola e il tempo. Dovrebbe valere sempre e valere per tutti: bisogna conciliare le esigenze professionali con il desiderio di convogliare energie creative e umane nei progetti che ci fanno stare bene. Ne va della nostra salute mentale.

Nel tuo libro c’è un crimine che fa da sfondo alla bellezza di un’isola siciliana. Quanto è importante - in quello che scrivi - la natura, i colori, gli odori e i sapori della tua terra?

L’isola è uno spazio in miniatura che racchiude dinamiche universali, nel quale ogni cosa può essere ambivalente, il mare – ricchezza e pericolo mortale, il cibo – accudimento e asfissia, la fauna – simbolo di eterna rinascita come di fragilità e perdita. Ha una bellezza selvaggia e ostile che vorrei poter proteggere: per questo, essendone gelosa, non ho voluto nominarla.

Volevo che ogni elemento naturale fosse funzionale alla narrazione, coerente con la struttura circolare e ricorsiva che il discorso ininterrotto ed ossessivo di Nofriu mette continuamente in scena. Il mio protagonista rievoca un incidente e la relativa indagine a cui ha assistito quand’era ragazzino, nel luglio del 1958. È una vicenda che ha impresso in lui un profondo turbamento: di conseguenza gli eventi che racconta sono ellittici, come cercano di essere anche le descrizioni, con luoghi che mutano sotto lo sguardo di chi legge in una ininterrotta sovrapposizione di passato e presente.

I luoghi sono anche il prodotto del rapporto con le comunità che li abitano, li attraversano: ho cercato di raccontare l’evoluzione di un mondo solo in apparenza arcaico, ma che ha molto da dire al nostro presente.

Hai deciso di fare la libraia immergendoti tra i libri. Mi dici un libro che ti traghetta verso altri mondi, uno che ti porta in salvo e uno che ti dà gli strumenti per avventurarti nel mondo?

Non sono stata molto tempo tra gli scaffali in quest’ultimo paio di mesi, ma spero di tornarci presto: le librerie sono presidi di socialità e di promozione culturale a cui le nostre città e le nostre istituzioni non prestano il dovuto supporto. Eppure è tanta la fame di raduni, che siano festival, presentazioni di libri, gruppi di lettura. Oggi la letteratura non ambisce più a orientare le coscienze e spesso chi scrive fa molta fatica a proporre un testo che sia di sola invenzione, lontano dalle scritture testimoniali o autobiografiche. Nella mia biblioteca non ci sono filtri all’ingresso: leggo ogni cosa, a patto che la scrittura tenga e sia bella, ma per me quello che candida un libro a rimanere nel tempo è il suo respiro: quando mi permette di riconoscere nell’universalità di un discorso che riecheggia la particolarità delle mie singolari sventure. Quella frase che fa dire a chi legge ecco, io l’ho sempre avvertito, questo, ma mai avrei saputo dirlo così chiaramente.

Un libro che mi porta altrove, tenendo insieme sogno e contingenza è I fiori blu, di Raymond Queneau, un testo che amo particolarmente per la sua capacità di invenzione stilistica e per l’arco temporale denso. Ma per simili ragioni avrei potuto risponderti citando anche moltissimi altri libri, come Il Maestro e Margherita, o Trilogia della città di K., o Lolita. Forse li accomuna una grazia speciale nel tenere insieme elementi disturbanti e tenerezza, violenza cieca e accudimento, repressione e speranza.

Non ho un libro che mi aiuti a ricentrarmi quando mi sento alla deriva. È l’atto stesso di andare alla ricerca di qualcosa che mi guida mentre leggo, leggere è andare alla ricerca di qualcosa che risuoni, un germe di intuizione, che poi, in un processo di cui non sono certa di voler essere del tutto consapevole, sedimenta e si consolida in un ritmo di scrittura e in una struttura compositiva.

Primo libro edito da Einaudi e caso editoriale. Come vivi il successo de L’isola e il tempo?

In un contesto editoriale in cui si pubblicano decine, se non centinaia di libri al mese, dei quali molti purtroppo finiscono per non vendere neppure una copia, il senso della parola “successo” non può che essere relativo. Posso essere fiera dell’attenzione che il libro ha ricevuto, sono uscite molte recensioni e continuano a uscirne. Soprattutto, moltissimi librai e libraie continuano a voler bene al mio libro, a consigliarlo e a parlarne bene, e questo è un privilegio.

 

 

Claudia Lanteri sarà presto in Puglia a presentare il suo libro:

Il 6 novembre alle 19 a Bitonto alla libreria Raffaello Mondadori Point.

Il 7 novembre alle 18 a Foggia al museo di Storia Naturale, dove è ospitata la biblioteca Magna Capitana.

L’8 novembre sarà a Lucera, alle 19.30, al salone del Circolo Unione in piazza Duomo.

 

La fotografia di Claudia Lanteri è stata scattata da Francesco Russo

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