Scorrere con il pollice le icone dello smartphone e trovare la galleria fotografica, lasciare scivolare ottomilacinquecentottantuno istantanee.
Ricordi, momenti, paesaggi, cieli, mari, case, palazzi, strade, portoni, cortili, finestre, fiori, giardini, quadri. Le linee flessuose nere contengono colori vivi e accesi, favole da interpretare, senza sbavature nei grandi disegni su carta di Joan Miró, incorniciati e appesi sulle pareti in pietra del castello Carlo V di Monopoli. Ti si intravede nel riflesso sul vetro il telefono in mano pronta a scattare, ad imprigionare questo sogno, questo istante reale nell’estate perduta. Ricordi il caldo del mese di luglio? Quei corridoi protetti dalle mura imponenti regalavano sollievo ai volti paonazzi per il sole del pomeriggio. E non era un sogno quel fresco nella canicola di un paese di mare nell’ora calda e colma?
Il tuo sguardo indugiò sull’opera di Renè Magritte, l’apparenza e il reale l’invito a pensare. Sentivo i tuoi pensieri affollare la tua mente ma non proferisti parola lasciandoci nel silenzio contemplativo del momento, fisso anche quello come nell’istantanea su questo smartphone che nell’ immobilismo dell’immagine apre storie impossibili da rivivere.
Salvador Dalì e il suo illusionismo rivelano come liquido sia questo nostro vivere. Le figure di Leonor Fini ti ricordavano la leggerezza, il sorriso, l’eleganza, l’armonia. La terra caraibica, i miti, le tradizioni di Wifredo Lam e le sue figure sensuali, e l’erotismo nelle opere di Hans Bellmer, aprivano nuovi pensieri, nuovi viaggi, nuove considerazioni.
La piccola finestra sul mare ispirava nuovi viaggi, sentivo la tua immaginazione proporre nuove mete e terre lontane. Un accenno di sorpresa nei tuoi occhi sullo spazio senza tempo di Sebastian Matta e sulle allucinazioni di Marx Ernst e l’attrazione di Henri Masson.
Surrealismo chioserai alla fine del percorso. Nella calda giornata di luglio la sera umida attende, ricordo, istante, immagine.