Nelle loro stanze Marie e Fritz giocano con i regali ricevuti a Natale, una temibile armata di soldatini con sciabole lucenti per lui.
Bambole bellissime e uno schiaccianoci in legno per lei, dono del padrino Drosselmeier, consigliere d’alta corte di giustizia. Viene scelta lei per questo dono speciale, un capolavoro e lui, Drosselmeier “era un artista, un uomo di fervido ingegno e grande esperto di orologi, che spesso si dilettava pure a costruire”.
Lo schiaccianoci ha un cuore e un’anima, Marie lo sente e di notte quando si sveglia circondata dal re dei topi e il suo esercito, in suo soccorso arriverà lo Schiaccianoci, con una truppa di fortuna, “Un cavallo! un cavallo! Il mio regno per un cavallo!”.
Aiutandosi a vicenda scacceranno i topi, per un po’. Quando nel 1816 Ernst Theodor Amadeus Hoffmann scrive Schiaccianoci non sa forse di aver consegnato a ogni futura bambina e bambino una favola con cui sognare ad ogni aperti. Non sa che 76 anni dopo Pëtr Il'ič Čajkovskij[ lo trasformerà in musica lasciandolo in dono all’eternità.
Schiaccianoci nell’edizione classici Bur Deluxe ha le meravigliose tavole della illustratrice e tipografa inglese di origini finlandesi Sanna Annukka.
Ricordiamo tutti “la carrozza d’oro con un tiro di cavalli d’argento” e le “ventiduemila personcine ornate di splendide perle e fulgidi diamanti” regina di “un piccolo regno felice in cui lo sguardo può posarsi sulle cose più belle di questo e altri mondi, dai luccicanti boschi natalizi ai magnifici castelli di marzapane. A patto, ovviamente, che si abbiamo occhi capaci di vederli”.