C’è un fumo che avvolge il Monte, un nuovo fenomeno, conosciuto a pochi, conosciuto a Plinio il Vecchio, ma non ad altri. Non a Lucio.
Lucio che nella sua Pompei ha un solo desiderio, andar per mare, ma per il suo rango son previste ben altre carriere. Lucio che ama Aulo, e non desidera che una flotta. Salperà a bordo de La Fortuna, andrà verso la sua città da dove giungono richieste di aiuto, incontrerà una pioggia di sassi ardenti, e poi il maremoto, e sopravviverà alla perdita della sua casa, della sua città, di sua madre.
È la storia di Pompei, dell’eruzione del Vesuvio vista con gli occhi di un ragazzo che ha un solo occhio, che non gli impedirà di essere al comando di una flotta perché “Un limite è un limite solo se uno lo sente come un limite, sennò non è niente”.
La Fortuna di Valeria Parrella, edito da Feltrinelli, è un libro che affronta la tragedia dell’eruzione del Vesuvio frutto “di un lungo lavoro di ricerca” dell’autrice che trasporta il lettore in un’epoca lontana per osservare con gli occhi di un diciassettenne la sorte di Pompei e dei suoi abitanti.
“Siamo strani: crediamo più a quello che abbiamo sempre veduto che a quello che stiamo vedendo. Ci fidiamo più del passato che del presente. Credevamo che fosse finita, perché guardavamo alle spalle e davanti a noi, senza pensare che invece ci eravamo in mezzo: eravamo salvi e questo ci bastava”, penserà il protagonista dopo che gli eventi avranno avuto termine.
Un libro da leggere con la consapevolezza che “I poeti non s’inventarono niente, ogni incubo, ogni paura, ogni sobbalzo nel sonno, ogni buio, ogni morte sono veri, sono già stati e possono riguardarci”.