Visioni d'insieme

Coscienze ribelli, Michel Onfray

Coscienze ribelli, Michel Onfray

Cinque grandi menti del Novecento. Cinque figure controverse della filosofia europea, cinque pensatori in bilico.

Camus, Politzer, Nizan, Sartre e de Beauvoir che oscillano come un pendolo tra la grandezza e la effimera voglia di salire sullo scranno più alto del mondo. Michel Onfray, filosofo anche lui, controverso, partigiano senza alcun desiderio di imparzialità riunisce queste cinque grandi menti nel suo libro Coscienze ribelli, edito da Ponte alle Grazie, ristabilendo - secondo il suo punto di vista - l’ordine tra grandezza e meschinità.

Cita libri, articoli di giornali, pagine di diari, lettere private, discorsi, interviste per smontare il mito di Jean Paul Sartre e la sua compagna Simone de Beauvoir. Salva tuttavia della seconda Il secondo sesso.

Sartre, la grande mistificazione del pensatore, mai in linea tra pensiero ed azione, disse “Noi siamo ciò che facciamo con ciò che gli altri hanno fatto di noi”, verrebbe da pensare che l’adulazione della sua persona tanto in vita quanto in morte avrebbe dovuto ispirargli un afflato più ampio nella sua esistenza spesso contraddittoria e mossa da vana gloria.

Indulge su Nizan, sempre mosso da qualcosa di più alto dell’esistenza terrena, come quando scrive alla moglie Rirette, in una lettera del 18 agosto 1926  “Non mi dispiace andare a vedere come sono fatti gli altri uomini, e se hanno messo da parte ricette per conservare la gioia”.

C’è un Politzer giovane ribelle che incolla una candela sul carapace di una tartaruga e la spinge verso Bergson per canzonarlo, per mostrargli quanto la sua mente e le sue idee fossero lente e non al passo con i tempi, facendosi beffa di uno dei filosofi più importanti dell’epoca. Ma su tutti svetta Albert Camus, troppo grande come uomo e come pensatore per ridurlo a poche righe. Lui che ha sempre fatto camminare di pari passo le sue idee e la sua vita. A qualunque prezzo. Di lui Sartre, che l’ha bersagliato di critiche e umiliazioni per tutta la sua intera vita, scrisse che era “la congiunzione mirabile di una persona, un’azione e un’opera…voi non eravate lontano dall’essere esemplare”.

O come scrive lo stesso Onfray “è finalmente giunto il momento di leggere un uomo che è stato sporcato per impedire di misurarne la grandezza”.

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