Si deve mordere quando è ancora caldo e scottarsi un poco le labbra e la lingua, mentre la mozzarella fila e il pomodoro cerca una via di fuga.
Fritto. Raramente al forno. La ricetta originale prevede l’immersione in olio bollente, la pasta che si gonfia e i lembi che non devono assolutamente aprirsi. Farina, acqua, un pizzico di sale, lievito poi sapienza e farcitura. Il procedimento è semplice. Dopo aver ottenuto un impasto morbido lo si lascia lievitare per due tre ore. Poi si lavora un pò e si ricavano delle palline da 130 grammi che si lasciano riposare per un’altra ora. Dalle palline si ricavano dei cerchi con le mani o con il matterello di circa 20 centimetri. Al centro del cerchio si mettono mozzarella tagliata a pezzetti e fatta sgocciolare, pomodori (salsa o pelati) è una spolverata di parmigiano. Poi si piegano per chiuderli a mezza luna facendo lievi pressioni sui bordi affinché poi restino chiusi nel tuffo nell’olio bollente. E la sapienza è tutta qui nel saperli chiudere e nel far si che l’olio li renda dorati da entrambi lati, omogenei.
Il panzerotto è squisito nella sua semplicità. La farcitura poi è affidata alla geniale fantasia di chi li prepara seguendo inclinazioni e desideri. Succulenti, non lasciano spazio alle incertezze e indecisioni. Irresistibili raramente si accontentano di essere solitari, amano la compagnia. Un panzerotto da solo non può bastare. Chiunque voglia cimentarsi con la preparazione sa che non si fa l’impasto per un solo esemplare, ma per quantità sufficienti a sfamare reggimenti. Panzerotti, ed è festa.
Provarli nella variante dolce con Nutella e zucchero a velo è puro piacere.