Nei menu dei ristoranti e delle pizzerie la si ritrova sovente tra gli antipasti, tra il prosciutto crudo alla barese, le olive e le patatine.
Soprattutto se i ristoranti e le pizzerie sono nel capoluogo pugliese, a Bari. Meno famosa di un crudo di pesce resta la regina del pranzo veloce, come base di partenza per poi passare ad altre prelibatezze. È la scattata, o sc’attata, o ancora skattata, c’è pure chi ci aggiunge una h per schattata, ma se il nome varia a non variare è la bontà del prodotto. Così dovrebbe essere e del resto chi si cimenterebbe nell’inserire nel proprio menu un qualcosa che non si è in grado di preparare alla perfezione?
La scattata richiede sapienza, equilibrio, qualità degli ingredienti, tempo giusto di cottura, nulla può essere lasciato all’improvvisazione, al caso, forse anche all’umore del momento.
L’impasto è quello della pizza, farina lievito acqua olio e sale, ben lavorato e lasciato lievitare per un paio d’ore. Poi basterà distendere il panetto e farcirlo con pomodoro, ricotta forte, rucola. Creare un fagottino schiacciare le estremità e far cuocere. Cospargere un po' di salsa anche sulla parte superiore.
La scattata si presenta senza pretese, ma poi conquista con il suo profumo, forte, intenso, unico. Si potrebbero usare forchetta e coltello come da galateo ma mangiarla con le mani è come sottrarre un frutto proibito da un albero unico.
La versione classica che ha come protagonista il formaggio spalmabile tipico pugliese, la ricotta forte, ‘scante’, è oggi affiancata da mille declinazioni che assecondano il gusto del consumatore. Pomodorini, mozzarelle, salumi, formaggi, con tutto è possibile farcire la scattata, assecondare l’umore o semplicemente abbandonarsi alla tradizione, tutta barese. Scattata dal gusto classico, forte e deciso.