Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare.
Leonardo da Vinci cercava il cielo, l’assoluto. Ma bisognerà aspettare il 1783 per dare ali a un uomo. Il sogno diventò realtà grazie a due fratelli sognatori che guardavano le stelle molto più dei loro piedi. Joseph, ribelle e curioso, Étienne pragmatico, lucido e posato. La fantasia era negli occhi e nella mente, Joseph guardando i panni stesi ad asciugare sotto il fuoco si illuminò. Li vide gonfiarsi e immaginò il cielo, pensò che quel sogno, il volo, poteva realizzarsi. Costruì una scatola di legno sottilissimo, il tetto in taffettà e la fece volare. Un po’, ma volò. La prima cosa che fece fu scrivere al fratello “Presto, procurati una buona dose di taffetà e di corde, e ti mostrerò uno dei più sbalorditivi fenomeni al mondo!”.
Joseph ed Étienne Montgolfier insieme fanno l’impensabile e come scrisse Vincenzo Monti in un’ode a loro “Frenò guidato il calcolo dal tuo pensiero ardito degli astri il moto e l’orbite, l’olimpo e l’infinito. Svelaro il volto incognito le più rimote stelle, ed appressar le timide lor vergini fiammelle”.
I due novelli argonauti salirono in cielo, o meglio, loro no, per una promessa fatta al padre. Il primo volo fu il 4 giugno del 1783, durò dieci minuti, l’aerostate révellion, non la chiamarono mongolfiera i due inventori, salì sino a 2mila metri e volò per due chilometri. Era un ammasso di sacchi di tela, carta e corde. Ma si levò in alto nel cielo librandosi tra le nuvole. Lo stupore colse tutta la Francia e arrivò alla corte del re Luigi XVI e di sua moglie Maria Antonietta che vollero assistere ad un volo. Così il 19 settembre l’incantò si ripeté, la mongolfiera dei fratelli Joseph ed Étienne volò sul cielo sopra Versailles con il suo primo equipaggio: un’oca, un gallo e una pecora. Altri due mesi e il trio animalesco fu sostituito da esseri umani Pilâtre de Rozier e il marchese d’Arlandes che il 21 novembre volarono su una mongolfiera che si chiamava Maria Antonietta, in onore alla regina che tanto aveva amato quell’oggetto volante. Per 25 minuti furono come Icaro, toccarono il cielo, volarono su Parigi guardandola come l’avrebbe voluta guardare Da Vinci.
Joseph il sognatore non volò mai sulla sua invenzione, Étienne si, contravvenendo alla solenne promessa. Dopo aver reso possibile l’impossibile cos’altro avrebbero potuto volere i due fratelli?
La risposta la lasciamo a Monti “nfrangere anche alla morte il telo, e della vita il nèttare, libar con Giove in cielo”.