Non chiedermi a che santo votarci quando l’incertezza sembra regnare tra i cittadini con l’orecchio rivolto ai telegiornali.
Non chiedermi a che santo votarci quando le dichiarazioni nei comunicati stampa elogiano i dichiaranti ignorando dati ben meno lusinghieri.
Scorrendo l’indice su un calendario riportante i santi, oggi 22 marzo è Santa Lea. LEA come i Livelli Essenziali di Assistenza, tutto ciò che il servizio sanitario nazionale offre a tutti noi cittadini. Un lungo elenco di prestazioni, come farsi operare di urgenza per un’appendicite, valide sull’intero territorio nazionale.
Ma poi arriva la pandemia, marzo 2020, e la priorità è curare i malati di COVID. Marzo 2020 l’Italia si ferma, sperando non sia un altoforno, una volta fermato difficile farlo ripartire.
Restiamo tutti in casa, litorali e parchi vuoti, noi chiusi guardando la tv e navigando sul mare, ad alcuni ancora ignoto, di internet. E in tema di santi molti hanno pregato che tutto finisse presto anche se le previsioni degli esperti erano disastrose. Mai tornati alla vita di sempre, ci hanno concesso l’ora d’aria quella piccola possibilità di andare a mare e mangiare al ristorante, trucco e parrucco, andare a votare. Votare ma non al santo, quello ancora non lo abbiamo scelto. Che Lea è protettrice delle vedove e non dei vedovi, né di chi ha perso un parente per Covid19 o per altro, un amico, una compagna, un conoscente.
E poi è arrivato l’inverno ed anche i vaccini, ma i casi continuano a crescere puntualmente attività mai riaperte. Il Covid si prende a scuola, richiudiamole pur avendo potenziato i trasporti (non lo abbiamo fatto) che viaggiare come sardine è più pericoloso che stare ad un metro dal proprio compagno bardato come in una sala operatoria. E sì Santa Lea hanno aumentato i posti letto di rianimazione, costruito ospedali nuovi dedicati, hanno gestito in maniera impeccabile la sanità, sì quella dei livelli essenziali di assistenza. Lo leggiamo ora dai giornali che alcuni pazienti di oncologia negativi all’entrata in degenza siano poi diventati positivi e trasferiti nel migliore dei casi in strutture idonee altri invece in un anonimo obitorio. Nuove chiusure per noi, non più il panino al parco, la fuga delle 21.30 per essere a casa alle 22. Poca cosa rispetto al malato che vede saltare la sua visita! Poca cosa rispetto alle ore trascorse nell’anticamera delle sale visite di un pronto soccorso. Ma ora scopriamo che il Covid si evolve, e i contagi maggiori avvengono in casa.
Potremmo chiuderle o applicare finalmente una visione socialista di una convinta comunista: 65 metri quadri per ogni cittadino senza distinzione di età sesso o reddito. Divagazioni dal tema principale. Ancor prima della restrizione delle libertà individuali, i Livelli Essenziali di Assistenza che comprendono le profilassi per le malattie infettive oggi sono garantiti? E allora santa Lea intervieni tu, cambieremo la tua ‘protezione’. O almeno ridatemi il mio Sole.