“Puro e disposto a salire a le stelle” ci apprestiamo a festeggiare i 700 anni di Dante, che dalla sua illuminata mente aveva capito e scritto già tutto.
Noi più mestamente, possiamo ricordarlo e festeggiarlo, ogni giorno di quest’anno o il 25 marzo, durante il Dantedì.
Centinaia di iniziative ufficiali e non, per innalzarci un po’ dopo un anno scandito dal “Per me si va ne la città dolente, | per me si va ne l'etterno dolore, | per me si va tra la perduta gente”.
Inauguriamo il nostro viaggio con l’esposizione integrale al Complesso della Pilotta di Parma delle 243 tele su cartone con le illustrazioni della Divina Commedia realizzate dal pittore parmense Francesco Scaramuzza tra il 1853 e il 1876, così suddivise : 73 per l’Inferno, 120 per il Purgatorio e 50 per il Paradiso. L’artista intraprese l’opera su commissione del dittatore delle province Parmensi, Luigi Carlo Farini, in vista del sesto centenario della nascita di Dante. Il progetto fu fermato per problemi economici del committente, ma convinto della validità dell’opera, Scaramuzza continuò e concluse il lavoro per proprio conto.
Andiamo al Teatro Grande del Parco archeologico di Pompei per Il Purgatorio. La notte lava la mente di Mario Luzi. Nel 1989 Federico Tiezzi chiese a tre poeti e scrittori italiani di rielaborare la Divina Commedia in chiave teatrale. Fu scelto Edoardo Sanguineti per l’Inferno, Luzi per il Purgatorio e Giovanni Giudici per il Paradiso. L’opera, con le scene di Marco Rossi, i costumi di Gregorio Zurla, le luci di Gianni Pollini, le musiche di Juste Janulyte, la coreografia di Cristiana Morganti e Sandro Lombardi nel ruolo di Dante, debutterà ai primi di luglio al Teatro Grande di Pompei nel contesto del Napoli Teatro Festival, per poi proseguire in tournée in Italia e all’estero.
E se l’Inferno meglio si addice al senso di smarrimento e dolore degli ultimi dodici mesi, sarà la danza a tirar fuori queste emozioni. L’Accademia Nazionale di Danza, realizzerà video, animazioni, atti performativi che coinvolgono gli abitanti di diversi luoghi. A Roma si andrà dalla Riserva Naturale dell’Aniene al carcere di Rebibbia, dal Cimitero del Verano al Policlinico Umberto I, dai Fori Imperiali al Mausoleo di Sant’Elena. Grazie al contributo del Conservatorio di Musica di Santa Cecilia e del Saint Louis College of Music, i suoni dei territori si mescolano con la Ballata di Dante di Paolo Fresu, interpretata in chiave jazz, classica ed elettronica. A Firenze l’Accademia di Belle Arti ospiterà il percorso della via amorosa, una declinazione audio-video interpretata da Nancy Brilli del canto V.
Nauseati dalla quotidiana mediocrità che si sta affossando, “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa” e andiamo a Forlì, nei musei di San Domenico per la mostra realizzata in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi: Dante. La visione dell’arte. Una rilettura attraverso 300 opere della figura di Dante e della sua opera. L'obiettivo è di presentare le molteplici traduzioni figurative della potenza visionaria del poeta, suggerendo quindi una scenografia scaturita non solo dalle vivide parole di Dante, ma anche attraverso le varie interpretazioni che gli artisti ne hanno dato nei secoli. La mostra presenterà sia il Dante di matrice preraffaelita che quello romantico nato anche dalle contaminazioni con la grande cultura inglese e tedesca del XIX secolo.
Impossibile citarli tutti, ma li trovate qui.
E in questi tempi incerti, in cui quasi non ricordiamo quando “quindi uscimmo a riveder le stelle”, cerchiamo un incontro, un evento, un appuntamento, anche solo uno ricordando sempre le sue parole “Libertà va cercando, ch'è sì cara, | come sa chi per lei vita rifiuta”.