L’Epifania tutte le feste ha portato via, in molte case smantellati alberi e decorazioni, luci e addobbi natalizi. Che peccato anche il Presepe.
Pensare che solo ieri, i Re magi avevano infine trovato Gesù, dopo aver vagato alla ricerca del Salvatore del Mondo. Solo ieri dal deserto, con i loro cammelli, avevano raggiunto la grotta. Eh sì che i presepi non son tutti uguali, ma spesso si hanno due versioni dei Re magi. Prima distanti e in piedi in viaggio, il 6 gennaio in ginocchio, doni in mano, di fronte al bambinello.
Che il presepe è arte, non è mica facile creare un’ambientazione, animarla, riprodurre i dettagli ed i particolari. Ci vuole abilità e padronanza, saggezza e dedizione, ci vuole passione e anche cuore. Nessun presepe vivente questo anno e pochi i frequentatori tra i vicoli di San Gregorio Armeno. Eppure un bellissimo presepe napoletano, dei Fratelli Vincenzo e Luciano Capuano, è visitabile anche oggi nella parrocchia di San Giovanni Battista nella zona 167 di Lecce, grazie ad un progetto finanziato dallo Stato Italiano e dalla Regione Campania.
Nella periferia della città barocca, le facciate degli anonimi edifici abbellite dalle opere degli artisti di strada, la chiesa è aperta. Qui dove l’umanità è ancor presente le porte sono aperte. Qui il presepe con i suoi pastori, i magi, gli angeli, ha accolto i curiosi e i fedeli, basiti dalla perfezione delle statue della sacra famiglia, dai pregevoli dettagli di una tavola imbandita.
L’opera alta 180 centimetri, lunga 230 e profonda 90, troverà dimora nel museo Sigismondo Castromediano, qui sarà possibile ammirarla, in attesa che torni il sereno, che il cielo grigio si chiarisca, che si possa tornare a passeggiare nei vicoli di Napoli, che si possa acquistare un pastorello nella bottega di cartapesta, che si assapori una pittula in una delle tante rappresentazioni della nascita di Gesù fatta di donne, uomini e bambini.