Non si estingue chi si adatta al cambiamento, chi cerca formule nuove e ne rispolvera di vecchie ormai perdute.
Torna così, nell'anno del distanziamento sociale, il vecchio slogan della cultura in piazza, vero grande obiettivo mai raggiunto di un sistema culturale italiano arroccato nei salotti, nei palazzi, nei teatri. Al sicuro tra quattro mura.
Così, ironia della sorte per esserci quest'anno il Bif&st (Bari international film festival) deve aprirsi. Deve espandere i luoghi in cui vivere e celebrare il cinema.
Accanto al teatro Piccinni, al teatro Margherita al Multicinema Galleria, gli incontri e le proiezioni si terranno in piazza Prefettura e nell’arena allestita nella corte del Castello Svevo. Vera è bella novità di questa edizione.
Il confinamento ha saturato la curiosità verso le iniziative social, il filtro dello schermo che sia computer o telefonino ha ormai stancato e incontri e premiazioni con video messaggi lasciano il tempo che trovano. Parliamo di chi coraggiosamente ha deciso di esserci e di darsi al pubblico che sarà fisicamente presente nelle nove giornate baresi, dal 22 al 30 agosto.
Capeggia su tutti Roberto Benigni che torna a dar vita alle parole di Carlo Collodi in un salto nel tempo partito diciotto anni fa quando ha vestito i panni del burattino di legno e atterrato nel 2020 con la sua interpretazione del padre che lo ha modellato da un ciocco di legno nel film di Matteo Garrone, Pinocchio.
L'ossatura del festival rimane invariata tra nuove presentazioni, premiazioni e tributi.
Ci saranno gli omaggi alla Puglia con le proiezioni di film digitalizzati o restaurati come La ragazza con la pistola di Mario Monicelli, girato a Polignano, a Conversano e nell’Alta Murgia, e LaCapaGira di Alessandro Piva, girato a Bari.
Per parlare di cinema arriveranno nella calda e assolata Bari: una nutrita rappresentanza della famiglia Avati, Pupi, il regista; suo fratello Antonio produttore e sceneggiatore e il figlio Tommaso, sceneggiatore. E poi Gianni Amelio, Marco D’Amore e Marco Bellocchio, Lina Sastri.
Come in ogni edizione, non mancheranno i tributi a chi in questo strano anno è venuto a mancare come il maestro Ennio Morricone che sarà ricordato con due concerti, il primo di Gilda Buttà, che di Ennio Morricone è stata l’interprete “ufficiale”, eseguendo le sue colonne sonore e suonando la sua intera produzione pianistica e il secondo di Cesare Picco.
E poi i 13 i film proiettati in anteprima nazionale o internazionale: Free Country (Freies Land) di Christian Alvart, Nocturnal di Nathalie Biancheri; The song of names di François Girard; Muscle di Gerard Johnson; Sympathie pour le diable di Guillaume de Fontenay ; Inherit the viper di Anthony Jerjen ; Three summers (Três Verões) di Sandra Kogut; The german lesson (Deutschstunde) di Christian Schwochow; Golden voices (Kolot Reka) di Evgeny Ruman; Lynn + Lucy di Fyzal Boulifa; Nuclear di Catherine Linstrum.
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