Un odore penetrante, delizioso e persistente accompagna il visitatore distratto tra le dimore estive, lungo viali ombreggiati dai pini.
Sulle pareti di pietra, addomesticati tra pergolati, alcuni rampicanti catturano i sensi. Prima l’olfatto che non può sottrarsi a simile potenza, poi la vista, infinite stelline bianche tra foglie verde brillante, cascate floreali, poi l’udito con le foglie secche che scivolano tra i rami urtandoli per raggiungere il terreno, e il tatto, recidere un fiore e lasciare che un liquido bianco come il latte renda le dita appiccicose. Il gusto no, chiedere alle api, alle vespe, ai calabroni, ma sono troppo impegnati per prestare attenzione e dare una risposta. Sul muro, protetto dal rampicante, nascosto agli sguardi indiscreti, un geco non si lascia stordire, osserva una zanzara e gnam!
Gelsomino, falso, si arrampica e se privo di sostegno si ributta sui suoi tralci, precipita verso il basso, strato su strato, cascate profumate, nuvole dove non affondare mani per non disturbare. Lui che crea una barriera soffice, elegante, profumata, resistente, riempie con la sua bellezza tutti gli spazi lasciati liberi, ingloba in sé tutto ciò che trova.
La vecchia bicicletta è nuovo terreno di conquista, a lui che non ha conosciuto la violenza della feroce potatura, non par vero di rendere bella la vecchia ferraglia, solo un segnale di chi comanda, qui in questo angolo di mondo urbanizzato lasciato ancora una volta al dominio, giusto ed equilibrato, della natura.
Raccoglierne uno stelo da mettere in un vaso perché anche le mura interne possano guardare e scoprire bellezza, sopravviveranno i fiori una notte, stelline nel firmamento domestico. Mentre il cielo stellato fuori non può che rallegrarsi di un simile fiore, nel mese di maggio.