Mimmo sogna di fare il regista e sogna in grande. Sogna di diventare talmente bravo da portare i suoi film in America.
Un giorno “una mia amica di nome Tiziana Risolo, mi raccontò la storia di Santa Scorese. Lei aveva interpretato il suo ruolo nell’opera teatrale di Alfredo Traversa dal titolo ‘Santa delle perseguitate’. Una storia che mi colpì molto a tal punto da pensare di farne un film”.
E con quel film che ha voluto tenacemente al punto di scommetterci su tutto, che ha prodotto, firmandone regia, montaggio, direzione della fotografia e fonica, in America ci è arrivato davvero.
“L’incredibile storia di Santa Scorese”, opera prima di Mimmo Spataro sarà premiato il 25 gennaio all’Hollywood International Moving Pictures Film Festival.
Tre premi: miglior film straniero, migliore cinematografia e migliore attrice (per Clara Magazzino che impersona Santa Scorese) che porteranno a 16 i riconoscimenti internazionali vinti dal film del regista tarantino (già premiato al New York Film Awards, al Film Awards di Saint Vincent e al Festigious International Film Festival).
La narrazione parte dal diario di Santa per raccontare la follia criminale del persecutore e il tragico epilogo di una giovane vita spezzata.
Santa era una ragazza che frequentava l’oratorio della chiesa Redentore, a Bari. A 15 anni iniziò a prestare volontariato con la Croce Rossa Italiana a favore dei bambini poliomielitici e affetti da distrofia muscolare, mossa da un profondo desiderio di aiutare il prossimo. Nutriva una incrollabile fede in Dio, tanto da definirlo nel suo diario come “l’unico incrollabile punto fermo della vita di ognuno di noi”.
E fu proprio durante una celebrazione alla Cattedrale di Bari che Giuseppe, 31enne schizofrenico la notò e iniziò a perseguitarla. Prima con un corteggiamento poi in seguito al rifiuto di Santa, il corteggiamento si trasformò in un’ossessione, una persecuzione, un tentativo di violenza sessuale e infine, il 15 marzo del 1991 mentre lei rientrava a casa, la uccise infliggendole 14 coltellate. Poco prima di quel 15 marzo in un biglietto le scrisse “O mia o di nessuno, e nemmeno di Dio”.
Il film di Spataro racconta questo turbinio di violenza e insensatezza durato tre anni. Il film, girato a Taranto, Palo del Colle e nel Barese, si affida ad un cast di attori pugliesi, che vede oltre alla Magazzino, quell’Alfredo Traversa che a teatro portò in scena lo spettacolo che fece conoscere a Spataro la storia di Santa, (che nel film impersona il padre), Giuseppe Calamunci Manitta nei panni di Giuseppe, l’assassino, Angela De Bellis (la madre), Vanessa Caponio (la sorella), Francesco Cassano (il cognato), Mario Blasi (don Tino) e Rino Massafra (don Carlo).
Mimmo Spataro è già a Los Angeles, dove sabato riceverà l’ennesimo riconoscimento per questa sua opera prima negli storici Raleigh Studios. “Vivo questo momento con grandissima commozione. Speravo di portare questa storia oltreoceano e sapere di esserci riuscito mi riempie di orgoglio”.
Un orgoglio che ci unisce pensando alla storia spezzata di una ragazzina nata a Bari, che oggi rivive nel film di un giovane regista tarantino per il quale la grande Hollywood si alzerà in piedi per ben tre volte per applaudirlo.