Che farai stasera? Mi chiede la vicina con aria curiosa. Cenone, festa, teatro, cinema, in famiglia, con gli amici, in discoteca, in piazza?
Mi desse il tempo di rispondere, potrei senza dubbio affermare “non ci ho ancora pensato!” e leggerei sul suo volto lo sconcerto, perché queste cose si programmano per tempo! “Non so”, rispondo con aria tra lo scocciato e l’infastidito, mentre internamente sogghigno per il divertimento. “Potrei trovare un volo per Bologna e andare a Modena a seguire il concerto de l’orchestra de La Notte della Taranta, sai io ho una passione per la musica popolare ma li seguirò il primo gennaio a Gallipoli, due concerti in due sere sarebbe troppo anche per la più accanita delle fan. Potrei andare a Bari, palco da 44 metri per lo show di fine anno che trasmetteranno su canale 5. Oppure a Potenza per lo spettacolo di Rai 1”. Tanto è tutto a un passo, dal possibile, ma non da te, che chi sa con chi sarai in questo ultimo dell’anno, forse scrivendo una lettera ad un amico sull’anno che verrà, come fece Lucio Dalla. Cancello repentinamente il pensiero come la pioggia con il tergicristallo. “Lecce dici? Uhmmm, mugugno. Lecce, proprio non fa per me, quell’aria da capitale e la dimensione paese di provincia. Meglio Barletta e il teatro Curci potrei vedere Dino Abbrescia e il suo Raccondino. Oppure Otranto, con i dj e una passeggiata al faro della Palascia, per vedere la prima alba del nuovo anno dal punto più a est d’Italia, ma il solo pensiero di camminare mi rende stanca! No, no. Mangiare?No! Dopo quello che ho passato in questi giorni? L’influenza mi ha distrutto. Né lenticche, né pesce, né gnummareddhi e carne alla brace, né dolci né vini, no, non voglio veder cibo almeno fino a domani”. Però sì, forse qualcosa da mangiare la vorrei. Una pizza napoletana. Deciso. Si parte, destinazione Napoli, meta ambita, seconda soltanto a Milano. Sì. “Vado a Napoli, la pizza, le persone, le piazze piene, Stefano Bollani e Daniele Silvestri in quella del Plebiscito. Sì, i botti, va bene, sì ho sentito parlare della bomba ‘Ringhio’. Che fai, vieni? Vero, cenone in famiglia. Buon Capodanno!”