Come una nuvola nel cielo, rosa di felici pensieri, la linea monotona dei palazzi in città è rotta dalla sua ingombrante presenza.
Il tronco bianco, calce a debellare patogeni, visione di un mondo fantastico, come di qualcosa di alieno manifestatosi nella sua esuberante bellezza, pullulano fiori rosa di altri gioiosi pensieri. Scompare d’un tratto il rumore del traffico, si sentono gazze intonare versi nuovi, un passerotto solitario saluta da un pino. Basta poco perche la città diventi oasi naturale, basta una nuvola rosa, come zucchero filato, come carta velina con la quale impacchettare brutture, filtro per l’edilizia crescente. Un albero bianco come neve assente in un caldo inverno e i fiori ad annunciare già la prossima primavera. Solitaria presenza tra le aiuole incolte, l’albero bianco aspetta i passanti per un cordiale saluto. Uno scuolabus percorre la strada i bambini increduli spalancano la bocca dinanzi l’insolita nuvola.
Leggero il pensiero attraversa spazi finora sconosciuti, porta ricordi, copertine di libri, canzoni, apre il cuore a nuove emozioni come una musica che leggera si insinua e resta imprigionata nella memoria. Un ode all’albero sarebbe inutile se non si contemplasse il potere ammaliante del colore, rosa. Confetto, pesco, rosa delicato come una mano che sfiora una schiena, con un brivido di trasalimento, l’energia si tramuta, la nuvola lascia cadere la sua umidità. Rosa come una voce che canta a te. Rosa ed è primavera, vigilia d’estate. Rosa come un corallo che osserva il fondale, barriera che nulla fa passare, se non il pensiero leggero di un battito d’ali.