Qual è il tuo libro preferito?
Domanda semplice, ma io non sono riuscita a rispondere, come se non avessi mai letto in vita mia.
Eppure una risposta l'avevo, non un libro preferito, ma uno che vorrei rileggere. Ci pensavo proprio qualche giorno prima.
Ma nella mia testa non riuscivo a trovare quella risposta, semplice. È un calderone dove ogni cosa ha perso il proprio posto e faccio fatica a ritrovarla.
Penso troppo. Mi dicono che ho preso troppi impegni.
“Rallenta Anna, rallenta”.
Devo calmare la mia mente e immergermi in sogni ad occhi aperti.
Devo raggiungere un rifugio.
Ce l'ho ben chiaro in mente. Un luogo che ha visto alcuni dei nostri momenti leggeri e felici.
Abbadia di Fiastra, una riserva naturale protetta, immersa tra le colline della provincia di Macerata.
Dove passeggiando puoi addentrarti nella foresta di querce e cipressi, pini e aceri campestri e soprattutto cerri.
L'odore della vegetazione attraverso le narici entra, ti attraversa e ti coccola e ti rilassa e ogni cosa assume un aspetto da sogno. Gli occhi sono incantati dal verde intenso e dalle sue tante sfumature.
Le colline marchigiane sono meravigliose.
Lì nella riserva puoi incontrare caprioli, puzzole e tassi, anche faine, e ascoltare il canto di uccelli bellissimi e colorati. Pettirossi e picchi verdi e rossi, tra gli altri.
Là, dove la vegetazione è meno fitta, puoi fare passeggiate tranquille e andare a cavallo, o in bicicletta.
Pare che la calma sia la caratteristica di questo paradiso che circonda l'Abbazia di Chiaravalle. Forse è proprio la sua aura a renderlo un luogo da favola.
Su questo monastero ho fantasticato tanto. Chissà cosa accadeva all'interno, i monaci pregavano e lavoravano -"ora et labora"- e poi?
Sarebbe fantastico tornare indietro nel tempo, trasformarmi in un'apina laboriosa e seguirli nel loro operato.
Sarei un'ape spiona, però. No, non si può fare.
È bellissimo camminare lungo il porticato intorno al chiostro, dove la pace ti accarezza e ti accompagna.
Non mi dispiacerebbe vivere in questo monastero ricco di storia che solo a guardarlo te la racconta. E godere dell'essenziale, della semplicità, lasciare che il tempo scorra lavorando, leggendo, scrivendo e amando, proprio come quei monaci.
Chissà quanti segreti. Sono curiosa, non riesco a non pensarci.
Non so se tutto questo mi appare affascinante perché sono i luoghi in cui è nata e vissuta, fino a che si è sposata, la mia bellissima e amorevole suocera Barbara. I suoi occhi di un verde unico, scuro, non scontato.
Ricordo i suoi abbracci e le sue parole e le sue risate, le tante storie di vita vissuta che raccontava. Aveva tanto da dire, era allegra e non ti annoiava mai, potevi ascoltarla per ore. I nipoti adoravano stare con lei.
Un cruccio, mio figlio è l'unico nipote che non l'ha conosciuta.
Chissà, voglio pensare che lei, invece, lo conosca, lo guardi e lo segua e vegli su di lui.
Voglio pensare che i luoghi sono belli come lei e lei come quei luoghi.
Ora fantasticando, immaginando e ricordando mi sembra di recuperare un po' di me, di avere l'energia per andare e tornare alla mia realtà, alla mia vita che, se ci penso, nonostante qualche puntino scuro, è quella che voglio.
È quella in cui amo e sono amata.