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Confortante come un panino

Confortante come un panino

Il Manet del McDonalds diventato famoso dipingendo ad olio un panino al formaggio grigliato sulle sue pagine social

ha un sapore antico ed estremamente moderno.

Quaranta milioni di visualizzazioni e mezzo milione di cuori per un panino che ha lanciato al mondo intero un messaggio semplice, si può essere calati nel tempo, con tutto ciò che di positivo e negativo questo significa, mantenendo un afflato eterno che ricordi Manet, Chardin o Thiebaud.

Noah Verrier quarantenne americano cresce a Big Mac, come quasi tutti li trova buoni e confortanti.

Da bambino inizia ad interessarsi all’arte, lo incanta, lo cattura. Guarda in tv un programma di Bob Ross e copia un suo dipinto “solo per imparare tutto quello che puoi da chiunque tu possa in quel momento”.

Frequenta corsi di arte e il suo insegnante è la chiave di volta “Mark, che è stato probabilmente la più grande influenza che ho avuto nel dipingere nature morte, mi fece conoscere Manet. I suoi dipinti Last Flowers hanno una storia incredibile”

Immaginava Manet, quasi completamente cieco in fin di vita. Amici, estimatori, parenti, gli mandavano fiori e lui dal suo letto di morte vedeva quei fiori, l’unica cosa bella che poteva ammirare e iniziò a dipingerli.

“La cosa più importante che ho imparato da loro è stata l'idea di scene intime di vita quotidiana…Il concetto è cresciuto da lì, per me è stato un concetto rivoluzionario, e lo è ancora: puoi dipingere una natura morta intima ma poi pensare al tempo in cui stai vivendo. Ci sono così tanti dipinti realisti là fuori che sembrano di duecento o trecento anni fa” disse in una intervista.

Prese il pennello e i suoi tubetti a olio, dipinse una piccola rosa, poi una ciotola di cracker Goldfish e una bottiglia di vodka Grey Goose. Tutto molto semplice e facile. “Mi piaceva dipingere velocemente, qualcosa che posso fare in poche ore. Più lo facevo, più pensavo, 'Accidenti, questo è interessante.'“.

Poi è arrivato tutto il resto. Panini al burro di arachidi e marmellata, ciambelle Dunkin’ Donuts, club sandwich, una peonia accanto a un tacos e a una busta di patatine fritte, un mazzo di tulipani rosa a far da sfondo ad un Big Mac e all’immancabile piccola macchinina verde. Sempre e solo junk food, che ha il sapore dell’infanzia e al tempo stesso esaudisce ogni desiderio, un piacere esplosivo e immediato, veloce e a poco prezzo e sul fondo anche un regalino.

Non è spazzatura per lui, è un caldo e semplice abbraccio. Quest’anno ha realizzato un calendario Good enough to eat – A year of comfort food, un edito da Rizzoli Universe. In copertina un bicchiere di latte e un tramezzino alla marmellata. Più semplice di così.

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