Un tappeto di foglie cadute dai rami, accarezzate dal vento. Sembra autunno e lo è, nel cielo nuvole leggere coprono luna e stelle.
“L’autunno è sopra le lunghe foglie che ci amano,/ e sui topi nei covoni d’orzo;/ gialle le foglie del sorbo sopra di noi,/ e gialle le foglie umide del cardo selvatico./ L’ora del tramonto dell’amore ci ha raggiunto,/ e le nostre anime tristi sono ormai stanche e consumate;/ lasciamoci, prima che la stagione della passione ci dimentichi,/ con un bacio e una lacrima sulla tua fronte cadente”, scriveva William Butler Yeats.
Che triste il poeta che osserva lo scorrere del tempo incapace di fermarlo, per sé per il momento, per vivere l’istante come se non importasse del domani che verrà, fosse anche solo un’ora. L’autunno con i suoi colori regala dolci visioni. Le foglie sul terreno ricordano la prossima estate. “Come mai le foglie e le campane/le foglie che il vento muove e le campane/ che il vento porta e la sonnolenza/ che l’estate porta e come mai questa dolenza/ e perché continuare a guardare i colori/ della sera sulle montagne multicolori/le nuvole che da tutta eternità ripetono/decoro miserabile divieto/ se ormai solo le foglie/chiedono a te come oscillare/ nella notte senza mai variare/ sine rationis lumine le gemelle foglie”, scriveva Franco Fortini.
Tra il giallo e il rosso alberga il verde, il tuo colore, la possibilità di essere ancora felici lontano dai nemici, dalle parole senza senso, ascoltando un unico suono: il battito di due cuori all’unisono. Verde come una viva speranza che nulla sia perduto. “La rossa foglia morta/ che il vento porta via,/ il vento e lo spazzino, / - sotto il fulgido cielo cadde, insanguina/ con le altre la via -/ imiterei. Per nausea/ delle parole vane,/ dei volti senza luce./ Ma la tua voce, o gentile, mi parla;/ fa' che non cada ancora”, i versi di Umberto Saba