“Fai Presto siamo in ritardo!!”
“Valeria, ma come mai tutta questa fretta, siamo in orario e poi è una pizza che dobbiamo mangiare”.
“Hai ragione!! Ma non voglio che le ragazze aspettino”.
Mi avevano detto per tutta la settimana di non dire a nessuno di questa pizza, che era come una sorta di “segreto di Stato”, meglio che non si sappia in giro.
Io, non ci vedevo nulla di male, ma cercai di mantenere il segreto.
Sedevo nel lato passeggero e Valeria era alla guida con la sua macchina color tortora, il suo colore preferito, forse.
Aveva piovuto tutto il giorno, per fortuna la sera aveva smesso. Mi ero messa una gonna di pizzo verde a longuette ed una camicia bianca, il turbante blu e rosso.
“Stasera andiamo al locale che tanto ami!”
“Davvero??? Vale, ma al mio locale preferito, sai che si canta? dovrai cantare anche tu”.
“Ah ti piace?”
Conoscendo Valeria, non so quanto le piacesse la situazione, ma la vedevo stranamente convinta.
La velocità con cui quella sera guidava era esagerata, mi sembrava strano, ma comunque io ero felice.
Via Bruno Buozzi, Diodato, estramurale Capruzzi e dritto per il parcheggio di Villa Romanazzi.
Percepivo agitazione, ma ad ogni modo, eravamo già lì, così Valeria ha chiamato le altre per dire loro che eravamo arrivate.
“Come non c’è più posto?!!!”
A questa frase, insistetti per parlare con la proprietaria, che tra l’altro è una mia amica e così di prepotenza entrai nel locale.
Le porte si spalancarono veloci e subito si avvicinò a me Carlotta, che mi chiese il nome del tavolo.
Le ragazze, erano dietro di me, non so cosa stavano dicendo, ma Carlotta, mi disse, che il tavolo prenotato era stato ormai occupato. Mi dispiaceva.
Mi trovavo lì con una miriade di gente che affollava il posto, le mie amiche e senza prenotazione. Avevo bisogno di una soluzione. Nell’altra sala, c’era la consolle e Stefania, che volevo salutare.
Mi incamminai verso parte centrale del locale, le pareti con le citazioni di canzoni, mi ricordavano tutte le volte che andavo lì per dedicarmi un momento di leggerezza, mi trovai a passare l’arco che collegava le due stanze, decisa entrai e davanti al monitor gigante si alzò un gruppo di persone, che urlò il mio nome.
Erano tutti lì, tutto lo staff del 337, tutti i miei colleghi, anche quelli che non amavano le feste, direttori, responsabili, proprio tutti e Vito con in mano un grandissimo bouquet di fiori.
Mi avevano organizzato una festa a sorpresa.
Non potevo crederci.
Mi misi le mani sugli occhi ed incominciai a piangere.
Ero emozionata e allo stesso tempo felice.
Erano riusciti ad organizzarsi e mettersi insieme per me.
Avevo un senso di profonda gratitudine.
Il cuore pieno d’amore.
Non ho mai pensato di essere speciale o di meritarmi tutto quell’amore, ma forse mi sono sempre sottovalutata ed il cancro mi ha insegnato che la vita ti può sempre sorprendere.
Anche quando sei piena di dolore.
Anche quando pensi che non sia giusto anche quando hai avuto così tante brutte esperienze e ti rimproveri di quell’attimo di felicità, perché la paura di essere libero e pronto a ricevere diventa un ostacolo.
L’amore ti insegna sempre che può arrivare sotto ogni forma, ma se non abbiamo il cuore aperto, non possiamo rendercene conto.
Per me, quello fu un grande giorno d’amore.
La serata continuò tra canti e risate e leggerezza, proprio come ero sempre stata io.