Non so perché, ma quando vado per negozi, per qualsiasi cosa voglia o debba comprare, sono sempre alla ricerca delle vetrine degli atelier di abiti da sposa.
Per come sono, per come la penso, questi abiti sono un'assurdità, per non parlare del costo. Eppure mi piacciono da morire. Per il giorno del mio matrimonio l’ho voluto.
Mi chiedo: “perché?”
Forse perché sin da piccola ho idealizzato l’evento matrimonio come un avvenimento importante per una coppia, l'inizio ufficiale di un percorso felice per sempre, con amore, complicità, condivisione, tenerezza, attenzioni, dolcezza. In più il desiderio di sentirmi bella, unica ed indimenticabile, almeno quel giorno.
Forse.
Per me avrei voluto un abito classico, ma semplice, senza fronzoli, senza ricami o altro da aggiungere ad un tessuto bello e prezioso.
Ma, ironia della sorte, siccome avevo un seno importante, ho dovuto optare per qualcosa che lo facesse apparire meno grande.
Ne ho provati di semplici e bellissimi, ma non mi stavano bene.
Poi me ne hanno proposto uno con il corpetto a vita lunga con perline. Ho detto immediatamente no. Mamma mia, no! Dopo le insistenze dell'addetta alle prove ho ceduto.
Appena l'ho indossato ho guardato mia madre e le mie sorelle, Francesca e Marcella, loro tre sempre con me. I loro volti si sono illuminati.
Mi sono guardata allo specchio e, dopo un po' di perplessità, ho detto “ok, è questo”.
Mai avrei pensato a una mise simile, eppure...
A distanza di anni, 31 qualche giorno fa, mi chiedo comunque il perché di tanto interesse per una cosa superflua.
Un abito da usare una volta per conservarlo poi nell'armadio.
Lo guardo raramente e la mente va a un giorno bellissimo e sobrio, l'inizio di un viaggio tanto desiderato e vissuto con amore, nonostante i momenti “no”, come per tutti. Credo.
Ma era necessario quel vestito? Assolutamente no. Ora non farei la stessa scelta, ma un abito da sposa, visto in vetrina su un manichino, mi incanta ancora, sempre e comunque.
Continuo a chiedermi: “perché?”.