Claudio Baglioni intona sulla stazione radio della mia macchina “E tu…” alzo il volume e penso all’estate che è ormai alle spalle,
alla gente che ha incontrato il mio cammino, ai posti che ho visitato, guido sulla Statale 16 di nuovo piena di auto, di luci, di vita.
Chi corre e chi lento percorre.
La mia mente divaga da un pensiero all’altro, mentre ingrano dalla prima alla quinta cerco di allontanare tutto il negativo che percorre la mia anima e mi concentro sulla difficoltà di avere oggi una relazione stabile.
Sembrerebbe che sia un tema alquanto complesso e pieno di interrogativi che accomuna la maggior parte dei single. In forte aumento nel 2024.
Pare che viviamo in una società dove si ha difficoltà nell’avere una relazione, dove le tentazioni e l’incapacità di non cedervi sono innumerevoli e dove restare soli è diventata un’ambizione, dove la tendenza è sposarsi o organizzare feste con tanto di wedding planner e “si, lo voglio” rivolto a se stessi senza avere la necessità di condividere con qualcuno.
Qualche giorno fa, alcune amiche hanno inscenato un finto addio al nubilato, con tanto di cerchietto e velo con scritto: “bride” tutte vestite di bianco, per divertirsi, per leggerezza, per rompere la monotonia o semplicemente stanche di avere a che fare con uomini che non hanno più il coraggio di corteggiare.
E per assurdo se la relazione stabile c’è, ci si concede una distrazione per dare brio alla coppia o addirittura partecipare a programmi televisivi per mettere alla prova l’amore, passando il tempo dallo psicologo perché siamo stanchi di questa epoca narcisistica.
Intanto l’automobile dietro di me continua ad abbagliarmi perché pretende di sorpassarmi e mi chiedo cosa si sia perso?
Dove è finito tutto quel romanticismo che in questo momento Baglioni intona ad alta voce, mentre io torno a casa?
Si ha paura di entrare in profondità in una relazione e spesso si costruiscono rapporti tossici, rapporti insicuri ed incerti e quando si incontra qualcuno di affine pensiamo che non ce lo meritiamo e quindi iniziamo a non credere più a quello che abbiamo. Senza considerare che quello che abbiamo è meraviglioso così come è.
No, non è retorica.
Questo periodo storico e sociale mi fa pensare tanto a quella pubblicità del 1999, che raccontava di una donna dopo un litigio telefonico con il proprio partner e urlando minacciava di andare con il primo che incontrava. Forse sarà stata lungimirante?
Forse si.
Lo chiamiamo “malessere”.
Se ci ha fatto soffrire e siamo talmente scottati, che continuiamo a farci manipolare nonostante ne siamo consapevoli, forse perché abbiamo paura dell’abbandono.
Sono ormai all’incrocio che mi porta a casa, il semaforo rosso mi fa fermare e dire che esiste l’eccezione, che si divide in due parti, secondo il mio modesto parere, in coppie stabili, che malgrado le difficoltà restano insieme cercando di risolverle, anche se restano sempre rare.
E le coppie social, ovvero quelle che devono necessariamente rendere pubblico il loro amore, perché altrimenti non è amore.
Le note di Baglioni finiscono, abbasso il volume e sono già sul pianerottolo
la mia vicina però mi ricorda che quando si è adolescenti l’amore è senza freni.
Non sarà che crescendo induriamo il nostro cuore?
“Qui c’è odore di Manicomio” direbbe Cesare Pavese e chissà che non aveva proprio ragione.