È un vento caldo che secca la pelle, incendia il volto, fa sudare, mentre si avanza tra le vie della città prive di alberi e zone d’ombra.
Meglio l’asfalto rovente agli alberi da curare, alla chiome da potare, troppe spese per le pubbliche amministrazioni. È luglio, caldo, estate, tempo di docce frequenti, acqua fredda a ritemprare corpo e spirito, con attenzione però ché l’acqua è bene prezioso.
I primi di luglio anticipano ciò che verrà e ciò che è. “Siamo ai primi di luglio e già il pensiero/ è entrato in moratoria./ Drammi non se ne vedono,/ se mai disfunzioni./ Che il ritmo della mente si dislenti,/ questo inspiegabilmente crea serie preoccupazioni./ Meglio si affronta il tempo quando è folto,/ mezza giornata basta a sbaraccarlo./ Ma ora ai primi di luglio ogni secondo sgoccia/e l’idraulico è in ferie”, scrive Eugenio Montale.
Caldo, quasi insopportabile, ma è estate breve stagione e stato mentale per tanti, vacanze, mare, montagna, allegria. Luglio, caldo come pane appena sfornato, le balle di paglia riposte in fienile, la terra arida e secca. “Ancora non mi palpita una fede: / per questo mi viene la luce / e non me la sento il mattino /e so il mio giorno rapito/ in un vortice inane./ Se fossi zolla!/ M’avrebbe rimossa la vanga, / darei erbe e frutti/ a questa stagiona che sorvola./ E sono sorgente seccata / che mi scansano le greggi /ora che domina luglio”, scrive Rocco Scotellaro.
Cantano le cicale, le formiche impazzite accumulano riserve. Gli alberi mutano colore, le foglie più delicate sembrano arse dal sole. “Quando su ci si butta lei,/ si fa d'un triste colore di rosa/ il bel fogliame./ Strugge forre, beve fiumi, /macina scogli, splende,/ È furia che s'ostina, è l'implacabile,/ sparge spazio, acceca mete,/ È l'estate e nei secoli/ con i suoi occhi calcinanti/ va della terra spogliando lo scheletro”, scrive Giuseppe Ungaretti.