Il suono del silenzio, di quella mattina,
Quando sono uscita tutta positiva...
Mia madre invece no, se lo sentiva,
Che sarebbe arrivata la "cipolla di Acquaviva".
Nel nostro mondo che era pieno di tenerezza, ecco il momento della vera tristezza.
Entro nella stanza, tutta sorridente...
Ma quella dottoressa non lo era per niente.
“Mi dispiace cara Giulia, è un tumore maligno”.
Ed ecco che il mio cuore diventa un macigno.
Penso alla mia mamma: chi glielo dirà?
Penso a mia figlia: come farà...
Penso a mio marito: sua madre è morta così...
A me non ci penso, su questa sedia qui.
Il suono del silenzio, eccolo arrivare
Ma sono tutta sola e non mi posso sfogare.
Vado dal chirurgo, un angelo in bianco. Mi dice: “signora mastectomia”.
Oddio! Il mio bel seno dovete portarmi via?
E va bene, lo accetto. Non è mica perfetto.
Togliamo tutto e torno a prendere la vita di petto.
Torno a casa e, che ve lo dico a fare,
Tutti i miei grandi amori eran lì ad aspettare,
Per rimboccarsi le maniche ed insieme affrontare
Il mostro più brutto che potevamo incontrare.
Del silenzio il suono, su quel tavolo operatorio, ed una carezza dal tono consolatorio.
Tolto il seno, tolto il tumore, torno dal mio meraviglioso fiore.
Purtroppo però non mi può toccare, e lei impara a darsi da fare. È così piccola la mia bambina, ma sa già essere una donnina.
Il cielo sa quanto lo è stata, quando l'altra notizia è arrivata.
“Andrà tutto bene, mammina”, mi dice una mattina, questa scricciola che appena cammina.
Ed il suono del silenzio risuonò nella testa mia
Nel sentire la parola chemioterapia.
Ho pianto tanto, non lo posso negare,
Questo il mio cuore non lo voleva accettare.
Ma sono una madre, una figlia, ed ho un marito...
poche storie e con fare ardito, entro in un posto che sa di pulito...
Con panorami blu di universi e uccelli, mi incanto a guardarli, sono molto belli.
I miei passi rompono del silenzio il suono,
Entro in una stanza dove vedo un piano.
Qualcuno forse suonarlo saprà, e questo
silenzio allieterà.
“Parravicini”, sento chiamare e
Con il dottore vado a parlare. Ne ascolto uno, e poi un altro... la terapia si deve fare, lo devo accettare. Sono giovane ed il tumore tornare potrà, se la cura per bene non si farà.
La menopausa anticipata da ricordarsi c'è... beh, almeno risparmio sui "lines è".
Cercano anche di addolcire la fregatura, mostrandomi una diversa sfumatura...
La chemio è come di un amico la mano, che ti aiuterà ad uscirne pian piano...
E poi, non temere, c'è quel caschetto
che ti farà mantenere un bell'aspetto.
Ho chiesto alle donne che erano là: “ma mi stanno dicendo la verità?” ,
Mi hanno guardata un poco dubbiose, erano come mamme generose, che dietro quegli occhi celavano altre cose.
Torno a casa un po' rianimata: “Tranquilli,
sarà quasi una passeggiata!”.
Ed ecco che comincio, tutta equipaggiata: libro, copertina e madonnina, per avere la mia mamma sempre vicina.
Ci penso, quella poltrona davanti alla finestra sceglierò, come se dovessi guardare da un obló.
Mi siedo e vedo giù, c'è mio marito che vorrebbe non andarsene più...
Ma gli faccio cenno di andare, sono carica e pronta a farmi bucare.
Che male il petto, povera me, ho le cicatrici di un soldato, vabbé...
Preparazione, infusione, ecco il farmaco di un forte arancione...
Mi scende una lacrima, la paura è quella, ma sto tranquilla... c'è il mio oncologo che mi controlla...
Chiudo gli occhi, provo a pensare: una è andata, ce ne sono quindici ancora da fare. Dal suono del silenzio mi faccio cullare...
Le rosse le chiamano, ma non è il nome esatto. Inferno sulla terra, sarebbe più adatto.
Ti senti morire, l'energia non c'è più, ed anche i capelli cadono giù. Il gelo su di me non ha funzionato, diventerò un soldato pelato.
Chi prende il rasoio? Nessuno lo vuol fare.
Poi viene mio padre e inizia a rasare.
Prende coraggio, il mio paparino, e mi fa diventare uno spelato pulcino, davanti agli occhi della mia bambina che continua a dirmi quanto sono carina.
“stai meglio così” dicevano tutti, ma chi ci credeva a quei farabutti.
Forse sincero era solo mio fratello,
rasato anche lui, quando ha tolto il cappello!
Dai, non importa, proseguiamo, alla fine del percorso noi ci arriviamo.
Oh...Il suono del silenzio, vorrei sentire,
mentre nel mio letto cerco di dormire... ci passo tante ore, ma non riesco a riposare... fuori c'è la vita, la mia bambina vuole giocare.
Chiudono la porta e vanno via, mi sembra di essere sola a casa mia.
Sento una mano che mi fa una carezza, è mio marito, che tenerezza. Mi fa sorridere e poi va via. Entra mio padre in camera mia, “come stai? Sii forte, passerà” mi dà un bacio e se ne va. Quando viene la mamma nella mia stanza, non ci sono parole che valgano abbastanza. Son chiuse nel cuore e vengon fuori da quegli occhi che sprigionano amore.
Ma che credete? Che dura molto questa quiete?
Arriva Elena puntando i piedini: “Mamma alzati e prendiamo i giochini!”
Ed in quel momento, così per magia, ritorna tutta la mia energia.
Lei è il motore che muove le cose, la luna, le stelle, il profumo di rose.
Il silenzio per oggi non c'è, mi tiro su e do il meglio di me.
E così ho vissuto i mesi seguenti,
Il sorriso e la luce sempre presenti.
In bici, in viaggio, al mare, sentivo che niente mi poteva fermare.
Ventisei agosto, giorno gaudioso, è finito questo ciclo spaventoso. Certo i segni me li porterò, ma di sicuro lí non tornerò. Altro che cieli blu, uccelli ed universi, di quel silenzio il suono non è più da sentirsi.
Nasce una nuova Giulia da questa situazione, che amerà di più la vita in ogni condizione.
Niente più paturnie o tristi discorsi, solo una vita da prendere a morsi!