Suonano, oscillano e tintillano le campane ma il suono stride come un registratore di cassa.
Peccato che ora siano silenziosi, così ci si accorge meno di quanto costi tutto questo far suonare le campane. Lo senti il profumo del Natale nell’aria? Si, se sa dell’inchiostro chimico degli scontrini che conserviamo nelle tasche, nei portafogli, mai sia un regalo non piaccia.
Vi prego non consegnatemi un buono o busta con qualche banconota dentro che urla “comprati quello che vuoi”. Non ho bisogno di oggetti. In realtà non ho bisogno di nulla che possa essere comprato. Voglio la magia, la sorpresa. Voglio immaginare un dono che sappia di tempo, cura e attenzioni. Non chiedetemi link e non giratemeli. Non compro e non vendo niente. Se la vostra vita è un commercio siete sul pentagramma sbagliato.
Bobby Helms con quella sua faccia tipica da anni Cinquanta canta felice “il tempo del tintinnio è un tempo magnifico per scivolare su una slitta trainata da un cavallo”.
Non svilite tutto a una tassa da pagare “ecco i miei soldi, facci quello che vuoi”. Voglio dartelo io il sogno, il desiderio o almeno un sorriso.
Le campane suonano senza neanche aspettare dicembre, passata l’estate le vetrine sono già luccicanti, con la neve che scende da una sfera che ha perso la magia.
Resisto a questa assurdità, resisto sino a dicembre, quando cerco quell’aria che sappia di caldarroste, di cioccolata calda e stupore.
Aspetto perché voglio che venga da me, nell’aria come ha sempre fatto, non in una busta di plastica o in un cartone dalla faccia sorridente.
Suonate campane suonate, per chi ha la poesia nel cuore.