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Gli orizzonti di Alice che canta Battiato

Gli orizzonti di Alice che canta Battiato

Risuonano versi conosciuti, aprono cartelle di memoria, affiorano ricordi. La voce è un fiume sul quale lasciarsi cullare dalla fonte alla foce.

Dalle dolci acque al sale. Nell’eleganza di una interpretazione la forza di rimarcare l’eternità di un brano, memoria e immaginario si intersecano, si rincorrono e il fruscio degli alberi è un nuovo accordo, armonie di suoni che si incontrano.

Alice canta Battiato, villa Peripato a Taranto è il classico scenario per l’orchestra Ico Magna Grecia diretta dal maestro e pianista Carlo Guaitoli, ed a sorprendere è la voce, il tono basso che non conosce il trascorrere del tempo. Quel tempo passato, incontro artistico che è affinità, aleggia tra le note lo spirito di Franco Battiato. Il vento caldo dell’estate, Per Elisa, I treni di Tozeur, Prospettiva Nevski.

Qualche aneddoto, poche parole, delicati sorrisi in risposta agli applausi del pubblico, Alice interpreta e da anima alle canzoni, ogni verso un immagine che emoziona. “La stagione dell’amore viene e va /I desideri non invecchiano quasi mai con l'età/ Se penso a come ho speso male il mio tempo/ Che non tornerà, non ritornerà più/ La stagione dell'amore viene e va/ All'improvviso senza accorgerti, la vivrai, ti sorprenderà/ Ne abbiamo avute di occasioni/ Perdendole, non rimpiangerle, non rimpiangerle mai/ Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore/ Nuove possibilità per conoscersi/ E gli orizzonti perduti non si scordano mai”.

Ed ancora E ti vengo a cercare e La cura, e L’era del cinghiale bianco.

Di nota in nota, di canzone in canzone e vorresti non finisse mai, mentre il pubblico applaude e il palco si svuota, esperienza mistica.

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