Chi la ama con il bordo alto e soffice, chi invece la preferisce sottile e con una cornice appena accennata, chi bianca e chi rossa.
Farina, acqua, sale e lievito. Solo quattro semplici ingredienti, per la base, la parte più importante di uno degli alimenti che non mancano nella tradizione culinaria del nostro Paese. Nel giorno di Sant’Antonio Abate, patrono dei pizzaioli, si celebra la giornata mondiale della pizza. E se gli ingredienti sono semplici perché sia perfetta occorrono dedizione, sapienza e maestria, che la pizza è un’arte ma non per tutti.
Un filo d’olio, pomodoro, mozzarella e una foglia di basilico, ecco la pizza Margherita, poi per le altre libere interpretazioni, fantasiosi accoppiamenti, seguendo il gusto, le inclinazioni, le stagioni. Melanzane, peperoni, cime di rapa, friarielli, funghi, carciofi, zucchine, noci, pistacchi, mandorle, capocollo, prosciutto, mortadella, salame, salsiccia, formaggio stagionato, grana, burrata, tonno, alici, olive, capperi, wurstel, patatine fritte, e tanto altro, fichi, ananas, mele, zucca, amaretti, nessun limite alla fantasia.
Veloce da fare, il tempo di una lievitazione, semplice da stendere, è buona anche da preparare in casa. Utile all’umore, basta servire una pizza e torna il sereno, si esaltano le papille gustative, fa sorride alla vita. Simbolo della gastronomia italiana all’estero la pizza alla napoletana è il frutto di un’evoluzione che ha almeno 500 anni di storia. Da pizza rustica ripiena di ricotta a pizza calda da mangiare anche per strada in una sera di inverno quando quella voglia di qualcosa di buono salato ti assale e non puoi fare a meno di soddisfarla.