La Befana vien di notte scenderà per il camino a portare doni e dolci, per i buoni. Per i cattivi invece cenere e carbone che troverà lì.
Tra la legna ormai spenta. Viene con le scarpe tutte rotte e la cuffia alla romana, perché un po’ italiana lo è, la sua casa infatti non è in via dei matti ma a Urbania dove tutto l’anno è possibile visitare la sua dimora e dove in questi giorni fioccano iniziative per i più piccoli.
A bordo della sua scopa sfreccia per il cielo riempiendo le calze che i bambini avranno avuto cura di lasciare prima di andare a dormire.
Caramelle, lecca lecca, liquirizie, cioccolata, biscotti, mandarini e noci, due spiccioli di buon auspicio e su per altri tetti. Che magia!
Chissà quante cose ha visto la Befana, come sono cambiati i tetti, i solai, i comignoli, dalle dimore solitarie ai palazzi delle periferie delle città, pollai per essere umani ai quali tentare di far perdere l’umanità. Come sono cambiate le distese di boschi in campagne da coltivare con mezzi moderni e prodotti fitosanitari, chissà se lei sa dove si nasconde aria respirabile, quella che riempie i polmoni senza null’altro introdurre nell’organismo. Chissà se sulla sua rotta ha mai incrociato il grido di dolore di una madre alla quale hanno sottratto un figlio. Sarebbe bello se la Befana con la sua scopa potesse premiare umanità e punire egoismi, pensarla libera di maledire, di lanciare saette sulle storpiature del mondo. Una Befana con poteri straordinari che regali solo dolcezze gioiose per chi reprime lacrime in fondo al cuore-
La Befana verrà stanotte con le scarpe tutte rotte.