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La Fata Morgana di Louis Roth

La Fata Morgana di Louis Roth

Ancora una cattedrale nel deserto, un altro simbolo di magnificenza ad uso e consumo di pochi.

Di quella parte di popolazione egiziana che può permettersi il lusso di vivere nel più alto grattacielo del continente africano, già costruito  in una città che deve ancora nascere ma che è già stata designata a nuova capitale amministrativa d’Egitto.

Una idea di grandiosità e potere voluta dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi per rispondere al problema del sovraffollamento del Cairo.

Una vanità che costerà al popolo egiziano 45 miliardi. Non è la prima, dalla Città di Akhetaton del 14° secolo a.C. alla Città del Decimo Ramadan del 20° secolo d.C., non sarà l’ultima. Tutte sorte con lo scopo di manifestare un senso di immortalità che richiami il passato.

Louis Roth, fotografo documentarista di Berlino che nel suo lavoro esplora l’intersezione tra realtà e finzione, approfondendo temi socio-politici, nel suo Fata Morgana mostra il frutto di questa grandiosità dal senso dubbio. Per chi e per cosa si costruisce? Non per la terra o l’ambiente quando si realizza un fiume artificiale e un parco grande due volte Central Park nel cuore del deserto. Un’opera che sfida la natura illudendosi di poter vincere e piegarla alla propria volontà.

La bellezza estetica degli scatti di Roth si infrange sulla testimonianza di una nazione che non vive per la sua terra né per i suoi cittadini nel nome di un vago richiamo a un passato perso nel vento.

Gli scatti di Louis Roth sono in mostra al Radar Photo Festival di Trani sino al 30 novembre.

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